“Lasciamoci correggere da Dio”

Nella XXIII Domenica del Tempo Ordinario il Vangelo parla della presenza del Cristo tra chi si riunisce nel suo nome e introduce il tema della correzione fraterna. Di questo ha parlato padre Placido nell’omelia; ecco le sue parole:

“Il Cristo ci assicura la sua presenza: ‘Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, là io sono in mezzo a loro’. La sua presenza quindi è sicura, ma quando siamo uniti nel suo nome: appunto riuniti, non divisi, non gelosi, non invidiosi, non giudicanti. È facile dire che siamo qui insieme e preghiamo e allora Gesù è presente… bisogna essere riuniti in un nome che non sia altro che il suo; non in nome di una legge, non in nome di un’osservanza esteriore, bensì rimanendo uniti in Gesù, il nome davanti al quale ogni ginocchio si piega nei cieli sulla terra e sotto terra.

Il tema della Parola di oggi è molto difficile, è il tema della correzione fraterna, che è un grandissimo segno di benevolenza e di amore, ma appunto è tutto fuorché facile. Per noi preti sarebbe molto più facile dire che va tutto bene, che è tutta una meraviglia, ognuno faccia quello che vuole… mi è già capitato tante volte di sentir dire da varie persone che tutti dicevano che facevano bene, che tutto andava bene; poi a un certo punto qualcuno fa notare che forse non andava proprio tutto così bene. È come nelle comunità dei drogati: tra drogati non si fa altro che lodarsi, perché sono tutti drogati e allora ci si dice a vicenda: sei bravo! Ma ti sembra che sbagli? No, tranquillo, va tutto bene! Ma poi se uno di loro smette di interrogarsi e si ridesta, allora nota la differenza e comincia a dire che forse non va tutto bene.

È un tempo in cui siamo tutti drogati dall’ego, ognuno pensa di essere riferimento a se stesso e difficilmente ascolta una parola che viene dal di fuori, difficilmente si riconosce in un’autorevolezza che non sia la propria testa e di conseguenza ognuno va per conto proprio e vediamo la difficoltà anche di aprirsi, di seguire un magistero, di essere uniti e concordi nell’amore. In questo contesto la correzione fraterna è un compito ancora più difficile, ma necessario, è un compito che suppone che nel cuore ci sia uno spazio libero dall’orgoglio e dal giudizio e dal risentimento.

Appunto: non è facile; lo si conquista solo con l’ascolto e la preghiera. Allora cerchiamo di essere corretti davanti a Dio, lasciamoci correggere da Dio e così cominciamo il nostro cammino spirituale. Chiediamo alla Madre che ci doni un cuore docile all’ascolto: avete sentito il salmista, ‘Oh! Se ascoltaste oggi la sua voce!’; la voce di Dio va ascoltata ogni giorno, c’è una parola che ci è detta oggi e non è stata detta ieri e non sarà detta domani, perciò se la perdi oggi non la trovi più. Oggi ascolta questa Parola! Chiediamo alla Madre di renderci ascoltatori attenti e docili, per poter piano piano, con pazienza, migliorare un poco e poter raggiungere alla fine la Dimora Celeste”.