“Il Cristo si è immerso nella nostra realtà per divinizzarla e perché noi battezzati possiamo testimoniare la santità di Dio nel mondo!”

Con la festa del Battesimo di Gesù si chiude il Tempo di Natale, per lasciare spazio al Tempo Ordinario. Ma questa festa conserva ancora tutta la forza del Natale, e anzi ne rivela la portata: “Abbiamo appena celebrato la nascita del Bambino Gesù e ora lo vediamo uomo, mentre viene battezzato: la Chiesa ce li mette uno vicino all’altro nella grande luce che è il portale santo del Battesimo“: così ha iniziato l’omelia padre Placido nelle Messe della festa.

Questa sequenza temporale, secondo il parroco, deve aiutare il nostro percorso, perché è come un’iniziazione: “Abbiamo terminato un anno e ne abbiamo iniziato uno nuovo, il mondo è inondato da sempre più luce, che piano piano sovrasta le tenebre: l’abbiamo riconosciuta splendidissima nell’Epifania, e ora è declinata dalla Chiesa nel Santo Battesimo di Gesù, come se dovessimo cogliere tutte le sfumature di questa luce”.

La festa del Battesimo ci svela dunque una nuova sfumatura della luce che è sorta nel Natale: “Il bambino, che si è immerso nella nostra natura umana con l’Annunciazione e l’Incarnazione, diventato uomo mostra il senso della sua libera adesione al progetto divino di salvezza: il Bambino è diventato uno di noi, il Figlio di Dio si è fatto carne, il Verbo ha posto la sua tenda, ma ora nel Battesimo l’uomo adulto, il Cristo, ci mostra cosa voglia dire immergersi nella realtà umana“.

Gesù ci mostra questo proprio scendendo nelle acque del fiume Giordano, immagine che padre Placido definisce “un’icona meravigliosa: Dio scende nella nostra natura, scende nell’acqua del peccato, non per restarne contaminato, ma per tutto santificare, consacrare e purificare“. Questa trasformazione di tutte le cose a opera del Signore si accompagna alla rivelazione che quel Gesù è il Figlio di Dio, l’amato: “Viene Gesù al fiume Giordano e ne riparte il Cristo, l’unto, il consacrato; lo Spirito Santo scende e mostra la forza dell’inabitazione divina: nel Figlio sono presenti anche il Padre e la forza dello Spirito Santo”.

Una rivelazione, questa, in cui tutte le cose sono appunto coinvolte: “Nelle antiche icone tutta la natura è partecipe: l’acqua del fiume, i pesciolini che vi nuotano, le piante lungo le rive, la terra del deserto, le montagne, il cielo: tutto viene santificato”. E nemmeno noi siamo estranei a questa santificazione, come ha ben spiegato ancora il parroco: “Il Cristo è immerso nella nostra realtà per divinizzarla, noi siamo immersi nell’acqua del Battesimo per cristificarci ed essere divinizzati: da quel momento i consacrati del Signore, che sono i battezzati, non entrano in contatto con le realtà terrene per restarne feriti o sminuiti, ma per consacrarle, per santificarle”.

Ecco dunque secondo padre Placido il compito grande che ha ciascun battezzato: “Dio invia nel mondo questa luce che cammina con i nostri poveri passi, entra nelle nostre case, nelle nostre officine, nelle nostre campagne, nelle nostre scuole, entra la luce del Cristo attraverso coloro che lui ha cristificati nello Spirito”. In questo senso, è evidente che il Battesimo è solo il primo passo, e non ci si può fermare lì: “Sarebbe triste fermarsi al portale del Battesimo e non proseguire il cammino! È triste quando un cristiano sa di essere cristiano solo perché è stato battezzato e non sa nient’altro della propria fede! Siamo ampolle fragili, piccole, ma riempite dall’unguento dello spirito divino, che ci porta a testimoniare la santità di Dio nel mondo!”.

È in questo senso che si può dire che il Battesimo di Gesù, e ogni Battesimo, è un grande meraviglioso portale splendente di luce, in cui tutti ci introduciamo. E non dobbiamo temere di non riuscire ad attraversarlo, perché “c’è grazia a sufficienza per tutti, c’è luce per tutti, c’è sacra unzione per tutti”, ha detto padre Placido, che ha potuto così terminare l’omelia con un’esortazione: “Rinnoviamo col cuore il dono e i propositi del santo Battesimo e cristificati ripartiamo, per le nostre case, le nostre dimore, per le vie che il Cristo non cessa di indicarci, ricordando che è sempre lui l’unica via che quotidianamente siamo chiamati a percorrere!”.