“Scaviamo in profondità per attingere i veri tesori della Parola di Dio!”

“Il Vangelo di questa domenica ci dà modo di comprendere a quale livello noi ascoltiamo e comprendiamo la Sacra Scrittura“: così ha iniziato la propria riflessione padre Placido nella Terza Domenica di Quaresima, commentando il famoso brano evangelico di Giovanni in cui Gesù caccia i mercanti dal Tempio (2,13-25).

In realtà, ha fatto notare il parroco, i livelli di lettura possono essere molti, e i medievali li avevano codificati con acutezza. Padre Placido ha voluto indagarne tre.

“Il primo livello – ha detto – è quello letterale: il Vangelo di Giovanni semplicemente descrive la cacciata dei mercanti dal Tempio da parte di Gesù, che un giorno fece un po’ di confusione, si indignò contro quelle persone, prese una frusta e li buttò tutti fuori. Insomma è una cosa che riguarda il passato, che riguarda quei mercanti. Come si vede, fermarsi qui significa anestetizzare il Vangelo“.

Padre Placido ha fatto anche qualche esempio pratico di questa anestetizzazione: “Una volta ho sentito un genitore dire ai figli: ‘Anche nostro Signore ha perso la pazienza al tempio!’, e come conseguenza ecco due scapaccioni. Un’altra volta in una chiesa una signora, ad alcuni ragazzi di catechesi che facevano un po’ di chiasso, ha detto: ‘Se viene Gesù vi butta fuori tutti!’. Un’altra volta ancora mi è capitato di sentire addirittura un predicatore commentare: ‘Sì, c’è la misericordia, ma Gesù quando serve prende la frusta e li butta fuori!’. Ecco cosa significa pensare che non ci sia altro al di là del significato letterale: chi si ferma lì finisce per fare un uso strumentale della Scrittura, e così nei testi sacri si trova giustificazione per tutto: violenza, razzismo, egoismo. Fermarsi qui vorrebbe dire ricevere poco dalla Scrittura, e anzi essere a rischio di travisarla“.

Si può dunque scendere un po’ più nel profondo: “Il secondo livello che vi propongo potremmo definirlo esegetico: si cerca di capire che cosa è accaduto stando davvero attenti al testo. Notiamo così, ad esempio, che l’evangelista cita il libro dei Salmi, quando dice: ‘Sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà’ (Gv 2,17). Allora forse Giovanni vuole dirci che con il gesto della cacciata dei mercanti dal Tempio si stava compiendo qualcosa che doveva avvenire, si stava realizzando l’Antico Testamento. E collegato a ciò possiamo citare anche il profeta Zaccaria: ‘In quel giorno non vi sarà neppure un mercante nella casa del Signore’ (14,21)”.

Se è così, si può affermare che l’episodio va ben oltre la lettura superficiale di un’estemporanea rabbia da parte di Gesù: “Tutto questo suggerisce che non è che Gesù fosse arrabbiato perché quel giorno aveva la luna storta: quel gesto era piuttosto un gesto profetico, e che anzi dava compimento e senso alla profezia. Gesù è dunque il Messia che libera la Casa di Dio dal commercio. E Giovanni, unico tra gli evangelisti a farlo, sebbene tutti e quattro raccontino quest’episodio, nota che Gesù fece uscire dal tempio anche pecore e buoi: con questo dettaglio vuole dirci che non si possono più fare sacrifici, è finito il tempo dei sacrifici, non sono questi i sacrifici che vuole Dio! Il perché è chiaro, e san Giovanni, mettendo questo episodio all’inizio della vita di Gesù, e non alla fine, vuole esprimerlo con limpidezza: il Tempio è stato profanato, così come il Tempio del suo Corpo verrà profanato, e così sarà lo stesso Gesù l’ultimo e vero Agnello immolato; ma quel vero Tempio alla fine risorgerà“.

Questo secondo livello ci ha dunque già portati a comprendere ben più a fondo la Sacra Scrittura, ma padre Placido ha voluto invitare a fare ancora un passo ulteriore: “Si può trovare un terzo livello, che possiamo definire mistico, segreto. Per farlo possiamo guardaci attorno, vedere il luogo in cui ci troviamo, che è la chiesa, il tempio del Signore, e chiederci: con che cuore ci siamo entrati? La domanda potrebbe sembrare slegata da quanto abbiamo detto, ma in realtà i commercianti e i cambiavalute si trovano anche qui. Ma qui dove? Nella casa di Dio, nel primo tempio del Signore, e questo tempio è il cuore di ognuno di noi. Acquista allora un senso la domanda e si rende ancora più specifica: hai cacciato i commercianti dal tuo cuore prima di metterti a pregare? hai liberato la casa del Padre tuo da ogni avidità, paura, strumentalizzazione? Se non l’hai ancora fatto, ci dice a questo livello il Vangelo, sappi che, se glielo chiedi, il Signore Gesù viene con la frusta e butta fuori tutti i commerci dal tuo cuore, perché la casa del Padre tuo sia pulita, perché in essa ci sia silenzio, perché essa possa trovare pace”.

Come ha detto lo stesso padre Placido, ancora molto si potrebbe trarre dal brano evangelico, ancora altri livelli si potrebbero scoprire e indagare. Ma tutti questi livelli nascono proprio dal livello mistico: “È un livello che vale per tutti i tempi, per tutte le generazioni, per ogni persona, perché rivela quale può essere oggi e sempre il tempio riedificato e pacificato: il cuore di ciascuno”.

Si può dunque andare ben oltre il primo livello, cioè quella lettura del Vangelo che si ferma alla superficie, e proprio con l’esortazione ad andare oltre si è conclusa l’omelia di padre Placido: “Ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio bisognerebbe capire che attingiamo i veri tesori solo quando ci impegniamo a scavare in profondità, mentre portiamo via poco e male se ci fermiamo alla superficie. Chiediamo al Signore di liberare il nostro cuore per essere sempre uditori attenti della sua Parola!”.