“Riconosci il Risorto solo se hai fede”

Tra le Messe del Giorno di Pasqua un posto particolare occupa la Messa vespertina, quando viene proclamato il famoso brano di Vangelo che racconta la particolarissima vicenda dei discepoli di Emmaus, che proprio alla sera del giorno di Pasqua camminano con il Signore Risorto senza riconoscerlo e capiscono che si tratta di Gesù solo quando davanti a loro spezza il pane. Una condizione, ha fatto notare il parroco nell’omelia, che dice molto a noi duemila anni dopo. Ecco le parole di padre Placido:

“Com’è bello questo Vangelo della Messa vespertina di Pasqua, proprio perché ci parla della sera di Pasqua, di questa sera. Questa sera noi siamo qui e forse già sentiamo che la festa sta finendo. Ci accade spesso in queste grandi feste di farci prendere da questo sentimento: la festa pian piano se ne va e che cosa resta? Forse amarezza, magari un po’ di delusione, qualche perplessità, qualche dubbio. Cosa c’è questa sera nel nostro cuore? I discepoli erano rimasti delusi da tutto quello che era accaduto in quei giorni a Gerusalemme, ma a Gerusalemme accadono tante cose… e appunto forse anche in noi c’è un po’ di delusione, un po’ di dubbio, magari anche rabbia.

Ed è allora che viene il Maestro, cammina con noi e chiede: di cosa state parlando? In altre parole: cosa c’è nel vostro cuore? Se stessimo un po’ di più col Maestro forse potremmo godere di questa stessa presenza e della Parola di cui abbiamo estremo bisogno. I discepoli di Emmaus reagiscono in maniera anche comprensibile: sei così forestiero da non sapere tutto ciò che riguarda Gesù il Nazareno? Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele! Sì, è vero, qualche donna ha detto che ha visto degli angeli che affermano che è vivo… ma siamo andati a vedere e lì non c’era…

La Pasqua fugge a qualsiasi dimostrazione. Da giovane, quando studiavo teologia, con i miei compagni di studi ci capitava di farci una domanda: ma perché Gesù non è venuto oggi anziché duemila anni fa? Se fosse venuto oggi, dicevamo, si sarebbe potuta fare una diretta televisiva e della Risurrezione avremmo la prova. Ma come eravamo sprovveduti a pensare così! Basta vedere cosa accade adesso con la guerra: ogni cosa è messa in discussione, accadono stragi e c’è chi le mette in dubbio, chi dice che è tutta una montatura… immaginate se avessero fatto una ripresa della Risurrezione: subito si sarebbe gridato al fotomontaggio e alla fake-news!

Non c’è un modo per obbligare a credere; si può solo chiedere al Signore di entrare nel cuore e lasciare che sia lui a farci le domande: come stai? come ti senti questa sera? Se accetti un dialogo allora piano piano entra anche la fede ed è allora che Gesù indica la via.

Ma attenzione: Cristo a quei discepoli dice che sono stolti e tardi di cuore; il Maestro sa essere anche molto severo. E quante volte anche noi ce lo meritiamo: siamo proprio tonti, lenti a capire e a credere alla Parola dei profeti! Avevano detto tutto; riascoltando Isaia, nella Celebrazione del Venerdì Santo, pensavo proprio che il profeta sei secoli prima del Cristo scrive tutto ciò che accade a Gesù, in un modo quasi giornalistico, come fosse stato lì! I profeti l’avevano detto: perché non crediamo alla Parola che ascoltiamo?

E poi arriva la rivelazione piena: a tavola con loro Gesù prende il pane, recita la benedizione, lo spezza e lo dà loro. Allora a quei discepoli si aprono gli occhi. Questa è la via del pane, è la via dell’Eucaristia ed è ciò che facciamo noi stasera. Intendiamoci: io ho grande rispetto per quanti si ricordano di essere cristiani a Pasqua e a Natale; ma la via del pane ci serve sempre, ogni giorno. E sia chiaro: quel che ti cambia la vita non sono i ragionamenti e neanche le prediche; è lo spezzare il pane insieme. Quando il Signore spezza il pane ci si aprono gli occhi e riconosciamo Gesù Risorto.

Così certamente accade ai discepoli di Emmaus. Ma come? Non avevano riconosciuto il Cristo Risorto, quel Gesù col quale stavano sempre fino a pochi giorni prima? Ce l’avevano davanti e non lo riconoscevano? Riconosci il Risorto solo se hai fede. Sembra strano: un uomo morto torna in vita, come puoi non credere? Ma Gesù è tornato nella vita del Risorto e come tale puoi riconoscerlo solo se hai fede. La testimonianza dei discepoli di Emmaus per noi è meravigliosa: poche ore dopo la Risurrezione già la fede è a rischio; in altre parole: se hai fede riconosci il Risorto, se non hai fede non lo riconosci neanche appena uscito dalla tomba!

Noi siamo qui perché abbiamo scelto di seguire la via del pane, dello spezzare il pane; una via sempre accompagnata dalla Parola. In questi giorni abbiamo avuto i canti, l’adorazione, il perdono: quante cose ci dà la Chiesa per aiutarci! Non lo si fa per un obbligo: che senso ha più dire se è obbligatorio o non è obbligatorio? In realtà tutto questo è per il nostro bene, ci fa stare bene, ci fa sentire accompagnati dalla presenza del Cristo Risorto, quello stesso Cristo che parla ora, qui, è presente in ciascuno di noi. Allora accogliamolo: è il Risorto che cammina con noi come fece con i discepoli di Emmaus!”.