
Nella Quinta Domenica di Pasqua le letture della liturgia hanno portato il parroco a riflettere sul ruolo del sacerdote e dei fedeli, per scoprire che in fondo tutti possiamo, anzi dobbiamo essere pietre vive, capaci di rendere sacro ogni momento della vita. Ecco le parole di padre Placido:
“Questa è la mensa della Parola e quanta ricchezza anche oggi, in questa domenica. Si legge e si rilegge questa parola e ha sempre il potere di suscitare nuovi pensieri ed emozioni.
Adesso ad esempio mi hanno colpito questi apostoli, che si accorgono di qualcosa di molto umano: serve qualcuno che serva alle mense, perché loro non possono arrivare dappertutto e capiscono anche che non è bene che trascurino la Parola di Dio per questo compito; e allora scelgono altre persone per servire alle mense, ‘uomini di buona reputazione e pieni di Spirito Santo e di sapienza’. Nella comunità nascente è chiara l’idea che qualunque cosa i cristiani facciano devono mostrare qualcosa di più alto, devono essere pieni di Spirito Santo, anche per dare da mangiare. Ogni atto è sacro, il quotidiano è sacro e per ogni piccola cosa si può capire chi c’è dietro quella cosa. Di un grande maestro spirituale si diceva che i discepoli andavano a vedere come si allacciava i sandali, perché da quello capivano la sua alta caratura spirituale.
L’altra faccia di questo discorso è che duemila anni fa si accorsero che i sacerdoti devono fare i sacerdoti e non fare mille altre cose, perché altrimenti fanno tutto loro e invece non è bene, serve qualcuno per le mense e poi via via per le nuove necessità. Abbiamo dimenticato questa lezione, eppure è da qui che è nato il nostro Santo Stefano, appunto uomo pieno di Spirito Santo e di sapienza, che si mette a fare un umile servizio, che però agli occhi di Dio è importantissimo e prezioso.
A questo discorso si allaccia Pietro nella sua bellissima lettera, dove parla di pietre vive: siete costruiti come edificio spirituale, siete un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio mediante Gesù Cristo. Certo, se quello di mattoni è l’unico edificio spirituale che conosciamo può darsi che il parcheggio si riempia, mentre qui dentro i banchi restano semivuoti; ma se cominciamo ad abitare in questo edificio spirituale, quello del nostro corpo e del nostro cuore, se ognuno comincia a sentirsi un edificio spirituale, un luogo abitato da Dio, allora viene spontaneo nutrirsi della Parola e dell’Eucaristia e condividere la preghiera con i fratelli e le sorelle.
Pietro parla a tutti: siete pietre vive. Ma perché sottolinea ‘vive’? Perché le altre pietre dove le metti stanno, mentre invece se tu non decidi di collaborare a edificare questo edificio, l’edificio non si edifica, perché sei una pietra viva e come tale puoi scegliere. E come si sceglie di edificare l’edificio di Dio? In realtà ogni tua azione può essere un sacrificio spirituale, nella nostra vita quotidiana tutto può essere sacrificio, è sacrum facere: se tu vivi in un atteggiamento sacro tutto viene consacrato, anche le cose più semplici, anche pulire casa, ancora di più preparare il cibo e le cose necessarie e fare il proprio lavoro e l’incontro con gli altri: tutto può essere sacro.
Il sacro però va riconosciuto e a Filippo, che chiede a Gesù di mostrare ai discepoli il Padre, Gesù risponde riprendendolo: ‘Da tanto tempo sono con voi e non hai ancora capito?’. Da quanto tempo Gesù era con i discepoli, da due anni, al massimo due anni e mezzo? E da quanto tempo è con noi? Abbiamo duemila anni di storia alle spalle, abbiamo visto il cristianesimo crescere, abbiamo visto miracoli, abbiamo visto di tutto, ma Gesù forse potrebbe dirci: ancora non mi conosci? Gesù si conosce nel momento in cui diventa la tua vita! Non sappiamo la via? Dove stiamo guardando? Dove guarda la Chiesa per capire come vivere oggi il cristianesimo? Fa i sondaggi, va a intervistare la gente? Ma dove guardi? Gesù è la via e la verità e la vita e se ci focalizziamo sul Cristo siamo sulla strada giusta! Più chiacchieriamo e facciamo sondaggi e chiediamo opinioni, più c’è spazio per ogni sciocchezza, per ogni millantatore, per ogni pazzo che dice di vedere e c’è una creduloneria anche nel popolo di Dio che è disarmante! Non si crede alla Parola e all’Eucaristia e si crede a ogni sciocco che dice di sapere!
Davvero il Cristo oggi ci dice: è così tanto tempo che ci frequentiamo, ma ancora non mi conosci. Preghiamo allora di arrivare alla conoscenza del Cristo: lui solo ci può rendere pietre vive per costruire il sacro edificio di Dio”.