
La festa del Battesimo di Gesù è un ponte: conclude il Tempo di Natale e apre il Tempo Ordinario. Su questo nesso si è concentrato padre Placido nell’omelia, mostrando come nel Battesimo si comprenda il mistero del Natale fino ad abbracciare anche la Passione. Ecco le parole del parroco:
“Come è bella questa celebrazione del Battesimo di Gesù, come è densa: davvero noi dovremmo cogliere che la nostra preghiera apre degli spazi che sono al di là del tempo, in una dimensione altra.
Paolo scrive a Tito dicendo: è apparsa la grazia di Dio! È uno dei canti della Notte di Natale: apparuit quem genuit Maria. Ma qual è la grazia che è apparsa? È Gesù, che finalmente si è fatto vedere Figlio di Dio. L’ha generato Maria e oggi ci agganciamo a quel fatto: l’abbiamo lasciato un bambino piccolo con la madre, l’abbiamo salutato con i Magi venuti da lontano e oggi lo ritroviamo uomo adulto. Abbiamo una data sicura nella vita del Cristo: venerdì 7 aprile dell’anno 30, il Venerdì Santo; andiamo indietro di circa tre anni e siamo nell’anno 27 della nostra era: il Cristo, diventato uomo adulto, il più bello tra i figli dell’uomo, il più sapiente, il più forte, proprio lui cosa fa? Va al di là del Giordano, in un luogo che gli archeologi hanno ritrovato e che conosciamo, si trova nell’attuale Giordania ed è un luogo magico, è il luogo più basso della terra, addirittura a 400 metri sotto il livello del mare; e lì, nel punto più profondo, il Cristo si immerge in quell’acqua che conteneva i peccati di tutti.
Giovanni – che grandezza Giovanni! Dove sono questi profeti? Giovanni annunciava un battesimo di conversione: immergetevi nell’acqua, lì resteranno i vostri peccati, poi risalite dall’acqua e sarete creature nuove. Quando è stata l’ultima volta che abbiamo benedetto sorella acqua? Ogni volta che ci accostiamo a lei, se siamo stanchi e addormentati ci risveglia, se siamo sporchi ci lava, se abbiamo sete ci disseta…quanto è disponibile questa nostra sorella acqua! Non è un caso che Francesco rimanesse incantato: laudato si’, mi Signore, per sora acqua, utile, preziosa, casta. Nel Battesimo ci sono tutti gli elementi naturali e Giovanni dice: lui vi battezzerà con Spirito Santo e Fuoco. Il fuoco non è il contrario dell’acqua: l’acqua apre una vita nuova, tu rinasci come creatura nuova, oggetto dell’amore di Dio, avendo nel cuore il dono dello Spirito di Dio e spirito significa vita, perché tu hai in te la vita divina che è come un fuoco sacro che interiormente ti rende vivo, ma di una vita che è dono dall’alto.
Allora la terra si sprofonda a 400 metri sotto il livello del mare e l’acqua passa nel cuore e accende il fuoco della vita divina. Il Cristo si immerge in quest’acqua per essere solidale con noi, con tutta la fragilità umana che c’è stata dall’inizio del mondo fino ad oggi. Il primo gesto che fa il Figlio di Dio non è proclamarsi grande, santo, potente… avrebbe anche potuto farlo, ma la grandezza di Dio è abbassarsi nella miseria degli uomini per risollevarli. Questa è l’unica grandezza che conta davanti a Dio; poi il mondo gira su altri registri, per il mondo grandezza è avanzare e sopraffare ed emergere e primeggiare, sia per il potere politico sia per il potere religioso: vogliono solo emergere. Il Cristo, che rispecchia il cuore di Dio, vuole solo abbassarsi e immedesimarsi nelle fatiche umane. Allora capiamo perché è a questo punto che c’è la voce del Padre, a questo punto si aprono i cieli e una voce dal cielo dice: tu sei il figlio mio, l’amato, in te trovo tutta la mia gioia. È così perché egli ha appena mostrato che è sceso nel punto più basso per essere solidale con noi, non ci ha disprezzati, non ci ha lasciati da parte; è sceso nel punto più basso perché nessuno possa dire di aver peccato così tanto che lì Dio non può arrivare: Lui è stato nel punto più basso.
Il Cristo raggiungerà il punto massimo di profondità quando sarà elevato sul legno della croce: fino agli estremi confini della nostra miseria è arrivato. Allora questa è anche la festa del nostro Battesimo: ogni volta che battezziamo un bambino gli diamo la vita divina. Ma noi non ci crediamo più o forse non ci abbiamo mai creduto: ci vorranno forse altri 50.000 anni perché comprendiamo i doni di Dio… ma cerchiamo questa sera di viverli. Facciamo un momento di silenzio e riflettiamo: qual è la profondità della terra dove il Cristo è sceso? È il cuore di ognuno di noi: lì il Cristo si è immerso, egli è sceso nella nostra povertà per renderci ricchi della vita divina”.