
La Terza Domenica del Tempo Ordinario è, per decisione di Papa Francesco, la Domenica della Parola di Dio, giorno in cui celebrare in modo speciale il dono della Scrittura. Proprio su questo, a partire dal brano di Vangelo proposto dalla liturgia, ha riflettuto padre Placido; ecco le sue parole:
“Come è bello avere una celebrazione dedicata alla Parola! Ma come dovremmo celebrare il dono di questa Parola? Come dovremmo benedire lo Spirito di Dio in noi che ci fa ascoltare la Parola, ce la fa accogliere e mettere in pratica?
La Parola è più grande di noi, è più sapiente di noi, è più umile di noi, è più soccorrevole di noi, è più limpida di noi, è più saggia di noi, è più forte di noi, è più ricca di noi! Quanta pienezza ci viene dalla Parola e come rischiamo di trascurarla in questo mondo pieno di parole! Viviamo questo tempo ed evidentemente è questo il tempo che dobbiamo vivere, ma di certo abbiamo una fatica in più in questo tempo: contenere la marea di parole che ci invadono ogni giorno e creare uno spazio alla Parola. Lo stesso spazio che quel giorno descritto nel Vangelo di oggi dedicarono al Cristo. L’abbiamo sentito: entrato nella sinagoga di Nazareth prese una parola antica del profeta Isaia e in quel rotolo – dice l’evangelista Luca – ‘trovò il passo’; non ha letto a caso, Gesù ha scelto quel passo da leggere. E su quella pergamena legge il passo in cui si parla dello Spirito del Signore e Gesù a partire da quel passo descrive se stesso e la propria missione, ciò che è venuto a compiere: lo Spirito è sopra di me, mi ha consacrato e mi manda a portare un Vangelo, un lieto annuncio, ai poveri, la liberazione ai prigionieri, la vista ai ciechi, la libertà agli oppressi e a proclamare l’anno giubilare del Signore.
La Parola è il Cristo che viene a portare benedizione, unzione, buone notizie, libertà, vista, grazia. Ed è talmente vero che Gesù è la Parola che porta tutto questo che – nota Luca – ‘riavvolse il rotolo e lo riconsegnò all’inserviente’. Normalmente il rotolo veniva tenuto, magari per fare qualche citazione o per sottolineare un passo; invece qui il rotolo della Parola di Dio era lì presente in lui, in Gesù, nel Cristo: oggi questa Parola si compie in mezzo a voi. E oggi è l’oggi di Dio, è l’oggi di questa Messa, è l’oggi di quella Messa in cui voi e io saremo colpiti da una parola particolare, perché l’oggi di Dio è un suo dono e può essere proprio questo giorno.
Allora l’oggi di Dio diventa vero nel momento in cui noi smettiamo di ascoltare la Parola con distrazione e con sufficienza, pensando già di sapere, magari con vana curiosità; e piuttosto cominciamo ad accoglierla in modo spirituale e mistico: Dio mi sta parlando, ascolto ciò che vuole dirmi e vivo lo stupore per un Dio che non si è stancato di parlarci. Ne abbiamo bisogno e davvero lo ascoltiamo quando lentamente in noi comincia ad accadere che il cuore inizia ad ammorbidirsi e smettiamo di indurirlo e di averlo quasi rotto, perché è diventato rigido e fragile per le nostre povertà e le nostre mancanze… smettila! La Parola di Dio è infinitamente più grande delle sciocchezze che commettiamo!
Allora grazie, Signore, che porti una buona notizia ai poveri! E dov’è il povero, dove vai a cercarlo? È lì, dentro di te, il povero siamo io e te che abbiamo bisogno di una buona notizia che ci incoraggi e ci faccia capire che questa vita è preziosa, che non la stiamo sprecando nonostante tutti i nostri limiti. E il Vangelo è la buona notizia e la liberazione che ci porta è la nostra, di noi che siamo in cammino per diventare liberi, siamo in cammino per smettere di decorare le nostre catene dicendo che sono monili preziosi. E l’anno di grazia del Signore che il Cristo annuncia, l’anno giubilare che Gesù è venuto a proclamare, l’anno del giubilo, della gioia, l’anno del perdono, l’anno della misericordia, è questo, come se oggi Gesù dicesse: ecco, sono venuto a proclamarvi l’anno giubilare.