“La preghiera deve nascere da un cuore che ascolta”

Nella Settima Domenica del Tempo Ordinario si è celebrata la Messa con le famiglie di catechesi della scuola elementare e così l’omelia di padre Placido è nata dal dialogo con i bambini, che – ha detto il parroco – gli hanno dato idee e aperto illuminazioni e gli hanno permesso di fare queste riflessioni; ecco le loro parole:

“La Parola ci dice tante cose, ma noi cerchiamo di trarne qualcuna per mettercela nel cuore. Gesù ci dice innanzitutto: ‘A voi che ascoltate io dico’. Perché Gesù parla solo a quelli che ascoltano? Chiediamoci: ha senso parlare a uno che non ti ascolta? Quando veniamo in chiesa la prima cosa che si fa è suonare la campanella per annunciare l’inizio della Messa: con quel suono è come se Gesù ci ammonisse ad ascoltarlo.

Quante volte, se Gesù venisse all’inizio della Messa, potrebbe dire: ma a chi parlo? Veniamo in chiesa, ma non siamo qui. Le persone non ascoltano Dio e poi magari si offendono e si arrabbiano pure perché, dicono, Dio non le ascolta. Ad esempio, tutti ci lamentiamo delle guerre e poi, davanti a Gesù che ci dice di volerci bene, non lo ascoltiamo e ci lamentiamo che Dio non fa fermare le guerre e ci arrabbiamo con lui… ma fai quello che dice Dio!

Tutte le creature ascoltano Dio e infatti gli animali non devono andare a scuola per sapere come si fa a essere se stessi; ma noi esseri umani non impariamo a essere noi stessi se non ascoltiamo l’insegnamento di Gesù. Infatti si può fare l’essere umano in tanti modi: c’è chi fa il male e c’è chi fa il bene, c’è chi costruisce e chi distrugge… perché noi uomini siamo così? Perché non ascoltiamo il Signore.

Non si può costringere qualcuno ad ascoltare e Dio non ti costringe. Alle volte certe nostre preghiere non salgono a Dio, si fermano alla terra, perché la preghiera deve nascere da un cuore che ascolta. San Paolo dice che dentro di noi c’è un Adamo creato dalla terra, perché dentro di noi c’è una parte di terra; ma poi è venuto Gesù, che è l’uomo celeste, perché dentro di noi c’è una parte di cielo. Una volta ero con un uomo che non credeva in Dio e diceva che nella terra c’è tutto quello che serve, mi spiegava che lui, che era contadino, aveva i suoi campi e perciò non gli serviva Dio; io gli ho detto: ma non consideri il cielo? Se la terra non ha il cielo, la terra non è niente, perché alla terra, se manca il cielo, manca il sole e la pioggia e la luce e la vita.

Voi bambini siete come un prato bellissimo, che i vostri genitori stanno seminando con le cose più belle; e voi darete frutto, ma non dimenticate mai che vi serve il cielo. E come si fa ad avere il cielo in sé? La risposta è semplice: bisogna ascoltare il Signore“.