
“Com’è bella questa Parola!”: così ha aperto padre Placido l’omelia nelle Messe della Quarta Domenica d’Avvento, giorno che, all’accendersi della quarta e ultima candela della corona, mostra chiaramente quanto il Natale sia ormai vicinissimo.
Come già notato dal parroco la settimana precedente, ancora più questa domenica si può affermare che “il tempo si è fatto breve, il Signore è alle porte“, e proprio per questo “la Parola di Dio risveglia in noi il desiderio di Lui”.
Lo fa in una maniera originale, mettendoci davanti a un episodio biblico interessante: il re Davide constata la distanza tra sé, che abita ‘in una casa di cedro’ e il Signore, la cui arca ‘sta sotto i teli di un tenda’ (2Sam 7,1). “Davide – ha spiegato il parroco – sperimenta un imbarazzo: vive in una casa bella, forte, resistente, mentre Dio abita in una tenda. In fondo è un imbarazzo un poco anche nostro: mentre noi abbiamo tutto, Dio non ha nulla: Dio non ha vestito, e questo perché il povero non ha vestito, Dio non ha da mangiare, e questo perché il povero non ha da mangiare, Dio non ha da bere, e questo perché il povero non ha da bere”.
Un imbarazzo, questo, che fa nascere in noi alcune domande: “Riusciamo – si è chiesto padre Placido – a condividere qualcosa? Riusciamo a fare felice almeno una persona con un piccolo gesto di carità e di attenzione?”.
Sono le domande giuste, perché pensano al prossimo, al vicino. È questo in effetti il modo di rispondere a Dio, come dimostra proprio l’episodio biblico. Davide pensa inizialmente di costruire un tempio, una casa per Dio, ma il profeta, che riferisce il pensiero di Dio, lo ferma; come ha parafrasato il parroco: “Non tu erigerai una casa a Dio, ma Dio costruirà una casa per te! Dio infatti non si lamenta di essere in una tenda, anzi: incarnandosi sceglierà una tenda umana, il corpo della Madre, per camminare con l’umanità, perché nessuno possa dire di essersi spinto così lontano da non essere raggiunto da Dio”.
Dio, nel Natale, ci rivela proprio che ci raggiunge ovunque, ci raggiunge tutti: “Dio è sempre qui, con l’Incarnazione Dio è sempre l’Emmanuele, è sempre il Dio-con-noi; e questo non perché siamo bravi, ma perché Egli stesso ha voluto così”. Una certezza molto consolante, soprattutto in questo periodo tutto particolare che stiamo vivendo: “Non perdiamoci in discorsi vuoti: quest’anno non possiamo fare nulla, quest’anno non possiamo andare in giro come sempre, quest’anno non possiamo fare shopping come al solito… Sono parole che lasciano il tempo che trovano, perché non conta quello che possiamo o non possiamo fare noi, ma conta un’unica speranza: Dio farà qualcosa per noi!”.
Concretamente ciò significa rendersi conto del bene che ci circonda, e di qui l’appello di padre Placido: “Accorgiti che hai già tutto quello che serve, e magari non lo sfrutti nemmeno bene. Accorgiti della bellezza della vita, che è troppo preziosa per ché ci perdiamo dietro alle cose del mondo! Accorgiti che tu sei importante e che Dio è con te!”.
È quello di cui è stata consapevole la Vergine Maria, che ha riconosciuto in sé la presenza della vita divina. Da lei, secondo il parroco, dovremmo imparare anche noi: “Ogni cristiano dovrebbe avere sempre chiaro il senso del mistero di fronte alla vita, anche quando questa è scomoda e sembra imbarazzante, come proprio nel caso di Maria di Nazareth: una ragazzina, non sposata, e inaspettatamente incinta! Dio è al di là di ogni perbenismo!”.
Qualcosa di rivoluzionario, e incredibile; o meglio: è possibile crederci solo riconoscendosi bisognosi dell’amore di Dio: “Se non lo capisci, inginocchiati! Riparti dalla fede in Dio!“. Proprio come Maria, appunto, che, come riferisce il Vangelo del giorno, ha detto il suo ‘sì’ a Dio: “Fidiamoci anche noi, pronunciamo anche noi le parole: ‘Avvenga per me secondo la tua parola’. Io non posso capire, perché quello che Tu mi mostri è un orizzonte infinito, ma se viene da Te, se viene da Dio, allora mi fido!”.
Da questa fiducia, ha concluso padre Placido, bisogna che tutti ripartiamo: “Il Vangelo dell’Annunciazione si conclude con le parole: ‘E l’angelo partì da lei’. L’angelo riparte dalla Madre, Dio stesso riparte dal suo affidarsi, e con Lui l’umanità riparte da lei, tutto il creato riparte da lì. Dopo una storia di rifiuto e lontananza, ripartiamo da questa donna generosa, e avvenga anche per noi secondo la santa volontà di Dio!”.