Come ogni giovedì, anche il 21 gennaio padre Placido, nella Messa a Revò, ha voluto far soffermare l’Unità Pastorale sulla Parola di Dio un po’ più a lungo che negli altri giorni feriali.
Sono questi giorni in cui la Chiesa offre brani della Lettera agli Ebrei, il grande approfondimento cristologico del Nuovo Testamento, e padre Placido ha notato che essa “dedica un’attenzione particolare al tema del sacerdozio“. In particolare, ha detto il parroco, “la Lettera agli Ebrei ricorda che ogni sacerdote è scelto dagli uomini, per il bene degli uomini, nelle cose che riguardano Dio”.
Questo, ha spiegato padre Placido, segna una netta differenza rispetto al sacerdozio antico-testamentario: “Questo sacerdozio non è come quello dell’Antico Testamento, dove si era sacerdoti perché appartenente alla tribù di Aronne; no: qui c’è una scelta diversa, è un ordine diverso“.
L’episodio che fa cogliere questo nuovo ordine è quello di Melchisedek, citato appunto nella Lettera: “Melchisedek, re di Salem, re di pace, un personaggio misterioso, che non era neppure ebreo, offre pane e vino; è questa una chiara immagine di quel re di pace che sarebbe stato presente nel suo popolo nella persona di Gesù”.
Ecco dunque chi rivela il nuovo ordine, il nuovo sacerdozio: il Cristo. E che cosa significhi realmente questo nuovo sacerdozio cristologico, ha fatto notare padre Placido, lo spiega ancora una volta la Lettera agli Ebrei: “Ogni sacerdote, dice l’autore sacro, è limitato, i sacerdoti dell’Antico Testamento sono uomini che offrono un sacrificio che è solo un’ombra delle realtà celesti; dopo l’ombra serviva allora un sacerdote di luce, e questo sacerdote è il Signore Gesù”.
Il Cristo è dunque il sacerdote che ci occorreva: “Egli è santo, innocente, senza macchia; Egli non ha nulla a che fare col peccato; Egli è elevato al di sopra dei cieli”. E tutto questo, come sempre, non è affatto slegato dalla nostra vita, come ha chiarito padre Placido nell’esortazione che ha fatto a questo punto della sua omelia: “Mi piacerebbe che ci portassimo via, per meditarla, l’espressione della Lettera agli Ebrei per cui questo sommo sacerdote, Gesù Cristo, ‘può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio’: proviamo a dirci ‘Cristo può salvarmi perfettamente’; questa è l’opera di Dio, questa salvezza è il suo dono”.
Potremmo a questo punto infine chiederci cosa dobbiamo fare noi per avere questo dono: “Aprirci a questo dono – ha risposto padre Placido – non ostacolare l’opera di Dio; ma è più facile se siamo convinti che Cristo ci vuole salvare perfettamente: sono parole molto consolanti. Chiediamo che Gesù ci guarisca e ci salvi perfettamente!”.