“Dicevano i padri che, come il monaco in refettorio prende il proprio pasto con il tempo dovuto, così dovrebbe essere altrettanto capace di sostare un po’ sulla Parola di Dio, per ricevere il nutrimento spirituale”: così ha esordito padre Placido nella sua omelia del giovedì della prima settimana di Quaresima, per introdurre lo spirito che guida la celebrazione di ogni giovedì nell’Unità Pastorale, quello di fermarsi un poco di più a meditare sulla Scrittura.
“La Parola di questa sera ci presenta un grande insegnamento di Gesù: ‘Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti’ (Mt 7,12). Per comprendere bene – ha detto il parroco – voglio raccontare una piccola storia: ai tempi di Gesù esistevano due scuole di pensiero, quella di Rabbì Shammai, più rigida, e quella di Rabbì Hillel, più flessibile. Ebbene, uno studente andò del primo e chiese: ‘Insegnami tutta la Sacra Scrittura che sono in grado di imparare stando ritto su un piede solo’; Rabbì Shammai si infiammò: ‘Come puoi chiedermi questo? La Scrittura richiede una vita intera di studio e tu pretendi che nei pochi momenti in cui riesci a stare su un piede solo io te la insegni? Vai fuori di qui!’. Lo studente allora se ne andò da Rabbì Hillel e gli pose la stessa domanda; Rabbì Hillel rispose: ‘Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te: tutto il resto è commento; va’ e studia'”.
Come si vede, la risposta di Rabbì Hillel riecheggia le parole del Vangelo, ma Gesù cambia in un punto preciso: “Gesù volge la frase al positivo: quello che vuoi che gli altri facciano a te, anche tu fallo a loro. Seguendo il suggerimento di Hillel, potremmo dire che tutto l’insegnamento di Gesù si può apprendere stando ritti su piede solo. Questo ci fa riflettere sul fatto che spesso non ci difetta il sapere le cose, ma non sappiamo focalizzarci su ciò che è importante ed essenziale”.
Come fare però a focalizzarsi sull’essenziale? La risposta si può trovare ancora nelle letture della liturgia, e questa risposta, forse sorprendentemente, è la preghiera: “Il grande tema della preghiera è sotteso sia alla prima lettura sia al Vangelo, e come si connetta alla cosiddetta ‘regola d’oro’ del Vangelo lo suggerisce Teresa d’Avila, la quale diceva che non hai veramente pregato se esci dalla preghiera così come ne sei entrato. La preghiera fatta bene, insomma, cambia la vita, e di conseguenza, diceva ancora Teresa d’Avila, è purtroppo anche possibile recitare molte preghiere e continuare in una vita di peccato, ma non è possibile fare un’azione mentale e continuare in una vita di peccato”.
Qui sta la stretta connessione con la ‘regola d’oro’: “Noi non impareremo mai quel po’ di Scrittura che si impara stando su un piede solo se non pregheremo davvero, se non faremo un’azione mentale, che vuol dire coinvolgere il cuore, sapendo che cambiare la mente vuol dire passare da un livello semplicemente cognitivo, dove molti sono i fantasmi, alla dimensione del cuore, dove troviamo la Verità”.
In questo modo si comprendono anche le altre parole di Gesù, che precedono la ‘regola d’oro’: “Quando Gesù dice: ‘Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto’ ha già in mente la regola d’oro, perché pregare serve proprio per avere una vita buona, per comportarci bene, e sarebbe davvero una triste testimonianza se dicessimo preghiere tutta la vita e continuassimo a condurre una vita cattiva”.
Si potrebbe muovere un’obiezione a questo ragionamento: non tutte le preghiere sembrano essere esaudite. A questo padre Placido ha risposto citando sant’Agostino: “Agostino dice che la preghiera viene sempre esaudita secondo l’insegnamento di Gesù, ma alle volte noi non veniamo ascoltati perché preghiamo, dice testualmente in latino il Vescovo d’Ippona, ‘mali vel male vel mala‘, cioè con una cattiva intenzione (mali), o malamente, con distrazione (male), oppure chiedendo cose cattive (mala)”.
Di qui l’esortazione che ha fatto alla fine padre Placido: “Se preghi con vera attenzione, come se da quella preghiera dipendesse tutta la vita, e se chiedi cose buone, stai certo che, come dice il Signore nel Santo Vangelo, ti sarà dato, troverai e ti si aprirà la porta alla quale bussi“.