Quello del ricevere sul proprio capo le ceneri è un gesto che ogni anno dà inizio a uno dei tempi liturgici che più richiedono ai fedeli di mettersi in gioco in prima persona. Ma che cos’è davvero la Quaresima? A questa domanda ha risposto padre Placido nella sua omelia:
“È l’inizio della Santa Quaresima, quaranta giorni che ricordano i quarant’anni dell’esodo: dopo più di due secoli di schiavitù sotto il faraone, il popolo riceve l’ordine di partire, di allontanarsi dall’Egitto. Ma per percorrere la strada che separa l’Egitto dalla Terra promessa sarebbero bastati forse quaranta giorni; ci vogliono invece quarant’anni, perché un conto era tirare fuori Israele dall’Egitto, un altro conto era tirare fuori l’Egitto dal cuore degli israeliti.
Per questo Gioele dice: ‘Laceratevi il cuore e non le vesti’, perché tutto ciò che riguarda il nostro cuore, cioè la nostra vita, ha bisogno di impegno per essere cambiato; puoi cambiare veste facilmente, mentre cambiare la realtà del cuore richiede un intervento divino.
Allora ecco il numero quaranta, che ricorda anche i quaranta giorni del digiuno di Gesù. Il quattro è un numero che torna spesso: quattro è il numero dell’universalità, perché quattro sono i punti cardinali, quattro sono gli elementi che compongono l’universo, quattro sono le porte della Città Santa di Dio. Dieci sono invece le parole con le quali Dio creò il mondo e dieci sono i comandamenti con il quale l’ha ricreato. Quattro moltiplicato per dieci dà quaranta. Questo è il tempo della ri-creazione universale: Dio rifa il mondo a cominciare da noi, se accettiamo di fare questo cammino.
Ecco il tempo di Quaresima, tempo santo di ascolto, tempo in cui Cristo ci mette in guardia: ‘State attenti’, scandisce. E dopo elenca varie forme di un unico rischio: essere ipocriti, cioè voler essere protagonisti noi, mettendoci in mostra. Gesù elenca in realtà varie cose in sé buone: fare l’elemosina, digiunare, pregare. Il problema è che le roviniamo con il nostro atteggiamento sbagliato: non basta il che cosa, conta anche il come: come fai l’elemosina, come digiuni, come preghi.
Il Cristo ci indica la via infallibile: entra nel tuo cuore, chiudi la porta e lì compi il bene; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Ecco la grande sfida di questi quaranta giorni: ritrovare la via del cuore. Papa Francesco, nel tradizionale messaggio per la Quaresima, ha scelto di partire dalla lettera ai Galati: finché abbiamo tempo facciamo il bene. Questa Quaresima sia segnata dall’impegno a fare cose concrete per il bene: le occasioni non ci mancano e questa grande nuova emergenza di guerra, che ci sta scuotendo tutti, diventa un’altra occasione per il bene, per la preghiera, per offrire la nostra vita nel senso di aiutare chi ha bisogno.
Nemmeno la diplomazia può estinguere le radici della guerra; esse si estinguono soltanto ri-creando il cuore, il cuore di ognuno. Più sono grandi le necessità del mondo, più è importante lavorare personalmente su se stessi. In un attimo di silenzio rinnoviamo il nostro impegno a vivere bene questa santa Quaresima, chiediamo a Dio nel silenzio della nostra stanza segreta che rinnovi il nostro cuore e ci volga al bene”.