La solennità di Pentecoste è il compimento del Tempo di Pasqua e così padre Placido, nella sua omelia, è partito proprio dal confronto tra due gridi del Cristo, quello sulla croce e quello che il Vangelo di Giovanni (7,37-39) riferisce rispetto al dono dello Spirito Santo. Nelle Messe di questa solennità sono stati poi presenti i bambini di Prima Confessione e Prima Comunione e i ragazzi di Cresima, che hanno ringraziato per i doni ricevuti. Tutto questo è nelle parole della riflessione del parroco:
“Il Cristo, morendo in croce, gridava perché aveva sete, qui invece grida: ‘Se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me’ e, dice il Vangelo, Gesù lì parlava dello Spirito Santo. Questa è la festa che completa il ciclo pasquale, vissuta dai nostri fratelli ebrei come una giornata di ringraziamento per il dono dei frutti della terra e anche della Torah: si fa una specie di danza con la Parola di Dio, che è stata donata non come un comandamento, ma come promessa: si può forse comandare l’amore? Dio ci promette: se lo vuoi, se avrai sete, allora ti sarà dato.
Il racconto della torre di Babele ci mostra che sempre gli uomini pensano di sfidare Dio, credono di essere più grandi di Dio… ma chi è convinto di essere più grande di Dio non ha capito niente! Non ha capito se stesso, non ha capito Dio e non capisce neanche il fratello e la sorella; e infatti a Babele parlavano e non si capivano.
Il giorno di Pentecoste invece, nell’umiltà, comprendendo che Dio è dono dall’alto, che lo Spirito viene, scende come atto di grazia, di bontà, di cortesia da parte di Dio, allora tutti cominciano a capirsi: parlavano lingue diverse, ma ognuno capiva nella propria lingua!
Per noi questa solennità è anche un ringraziamento da parte dei nostri bambini e ragazzi che nelle scorse settimane hanno celebrato la Prima Confessione, la Prima Comunione e la Cresima: grazie a Dio le nostre famiglie ancora sembrano capire che la fede è una cosa importante, ancora credono che sia bene che frequentino la chiesa, che vengano introdotti ai Sacramenti; ed è bellissimo che i ragazzi preghino anche per questo mondo, dove troppi sono convinti di essere più grandi di Dio o credono di essere Dio in terra e il risultato è quello di popoli che parlano lingue molto simili, però non si capiscono.
Vieni Spirito Santo, riempi il cuore, guarisci le ferite dell’avidità, rendici capaci di parlare una lingua comprensibile, la lingua del tuo amore, la lingua della pace, della benevolenza, della benedizione!“.