Nella Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario è stato inaugurato e benedetto il nuovo Monumento ai Caduti di Cagnò, presso il quale padre Placido ha celebrato la Messa. L’omelia ha dunque preso spunto dalla storia della campana che sta al centro del monumento: realizzata in fretta e malamente per sostituire l’antica campana che era stata fusa per farne cannoni, si era rotta qualche anno fa ed è stata conservata fino a oggi, quando gli Alpini hanno deciso di renderla appunto il fulcro centrale del nuovo Monumento ai Caduti. Ecco le parole del parroco:
“È come un dovere stare insieme e benedire il Signore, invocare la pace, onorare la memoria dei morti. La Parola di Gesù oggi è così forte, eterna: si tratta della pagina dell’invio missionario, dove si dice che Gesù ne aveva designati altri 72 e li inviò a due a due. Non si dice chi fossero questi 72, ma certamente erano persone che nel cuore avevano creduto al Vangelo. 72 poi è un numero simbolico: 12 è il numero delle tribù di Israele, numero che significa quindi universalità; 4 sono i punti cardinali e 6 è il numero dell’umano.
Questo insieme di numeri, questo invio missionario che si apre al mondo, questa concordia di simbologie, tutto concorre a spingerci verso un’umanità in cui le persone si augurano la pace con il cuore, un’umanità in cui i rapporti umani non siano dettati degli interessi. Purtroppo Satana continua a cadere come folgore dal cielo, per citare ancora il Vangelo di oggi: è il Satana della guerra alimentata dai fornitori di armi… il mondo sta percorrendo una via molto pericolosa! Pensavamo di esserci lasciata alle spalle questa specie di ubriacatura!
La campana che oggi benediciamo in questo monumento è figlia di questa logica: la si fece in fretta e con materiale scadente, perché la precedente era stata fusa per farne cannoni. Uomini che si vantavano di dirsi credenti, di definirsi cattolici, quegli stessi uomini non ci pensarono un momento a mettere il mondo a ferro e fuoco e a fondere le campane, voce di Dio, voce della pace, per creare cannoni, cioè voci di morte.
E ora vediamo che non sono bastate due guerre mondiali a insegnare qualcosa a noi cristiani: proprio adesso il mondo rischia di essere distrutto da un’altra guerra! Serve un bagno di umiltà: il pericolo non è la religione degli altri, ma non aver capito niente delle altre religioni e aver capito così poco del Vangelo da non essere capaci di accogliere nemmeno un poco del suo annuncio!
La voce di questa campana da un po’ è silente, ma è rimasta lì, in attesa, e grazie allo spirito di intraprendenza degli alpini d’ora in poi suonerà una sola nota, dirà per sempre una sola parola: pace. Non esistono delle guerre giuste: c’è una nuova corsa ad armarsi e se ci mettiamo anche l’emergenza climatica e pandemica dobbiamo domandarci davvero dove stiamo andando…
Oggi il Signore Gesù Cristo ci dice una cosa bellissima: gioisci del fatto che il tuo nome è scritto in cielo! E come si fa a vedere il proprio nome scritto in cielo? Non puntare sempre gli occhi solo a terra, comincia a guardare in alto e a camminare con cuore leggero e vedrai che il tuo nome è scritto là, in cielo! E poi vivi come una persona il cui nome è scritto in cielo!
Esploriamo la memoria di chi non c’è più, diciamo la parola pace e glorificheremo Dio e richiameremo l’umanità a un nuovo modo di vita e a vivere la pace che Cristo ci ha donato!”.