“Risponderemo anche del bene che non abbiamo fatto”

Nella Ventesima Domenica del Tempo Ordinario il Vangelo mostra una donna cananea che prega Gesù di guarire la figlia; la reazione di Gesù è sorprendente e non sembra da lui, ma padre Placido, nella sua omelia, ha spiegato che vuole mostrarci proprio come siamo noi e poi indicarci la via di Dio. Ecco le parole del parroco:

“Siamo a Messa: viviamo questo tempo come un momento di consolazione, di aiuto, di guarigione; partecipiamo alla Santa Messa sentendoci confermati nel cammino, perdonati nelle inevitabili difficoltà, incoraggiati nell’operare il bene, pronti a superare le difficoltà che inevitabilmente ci portiamo dietro. Questa dovrebbe essere la nostra sosta che ci rinfranca e che ci permette di ripartire con più coraggio, con più consolazione, con più zelo.

E oggi, come sempre,  il Vangelo lo fa con un grande insegnamento, perché Gesù ci mostra un volto che non ci saremmo aspettati: sta in una zona di stranieri, di non ebrei, di genti, come li chiamavano gli ebrei, di persone che non conoscono la verità. Ma Paolo dice che tutti abbiamo disobbedito, tutti abbiamo disconosciuto la verità, perché la verità non è quella che dice la tua testa, ma è quella che hai negli occhi e sulle labbra e nelle mani e dovresti riconoscerla nel Vangelo e la tua vita dovrebbe mostrarlo che conosci il Vangelo; per tanto tempo si è troppo insistito sul fatto che basta dire di credere in ciò che dice la Chiesa e il resto non conta. Ma la vita non deve contraddire quell’amore fontale che sta nel Vangelo.

Paolo dice tutti siamo stati disobbedienti e lo dice anche dei suoi fratelli ebrei: tutti abbiamo sbagliato perché Dio vuole usare misericordia, siamo stati rinchiusi nella disobbedienza perché Dio potesse liberarci attraverso il suo amore. Allora guai a credere di essere a posto, di non aver sbagliato: tutti abbiamo peccato, tutti siamo stati disubbidienti, ma Dio lo ha permesso perché tutti ottenessimo misericordia. Lo scopo della disobbedienza non è la condanna, ma il perdono.

Allora Gesù oggi ci mostra un volto particolare, che non è il suo solito volto, piuttosto è molto somigliante al nostro volto quando diciamo di essere nel giusto, di essere quelli bravi, quelli che sanno come si fa. Di fronte a noi una donna che piange per sua figlia: cosa c’è di più tenero e disarmante di una donna che prega per la propria bambina che sta male? Pensate che Gesù non sia stato toccato nel cuore? Gesù non ci mostra il suo modo di pensare, ma il nostro! Egli avrebbe avuto subito una parola per quella donna: non risponderemo solo delle parole brutte e cattive che abbiamo detto, ma risponderemo ancora di più delle parole buone che abbiamo taciuto, di ogni abbraccio e bacio che abbiamo negato, del bene che non abbiamo fatto. Gesù ce lo mostra facendo quello che avremmo fatto noi, che poi diventiamo anche i discepoli, che dicono: esaudiscila perché continua a scocciare… il bene fatto perché chi sta intorno dà fastidio! Che fatica! E Gesù infatti risponde: io sono stato mandato solo alla casa di Israele… e non è vero, erano loro, i discepoli, che credevano di essere i perfetti! E siamo anche noi, che pensiamo che la nostra comunità sia meglio di quella vicina, che pensiamo che il parroco debba lavorare solo per noi e non per gli altri. Insomma: Gesù mostra il nostro volto e lo fa anche quando la donna insiste e Gesù risponde: vorrai mica che tolga il pane ai figli per darlo ai cagnolini? Lui questa donna l’ha scelta, sa cosa c’è nel suo cuore, quella che egli compie è un’azione divina, Gesù sa già che questa donna darà un insegnamento, ha capito la qualità della sua preghiera e così le permette di darci un insegnamento che dura da duemila anni: il cagnolino viene a mangiare le briciole sotto la tavola… e da qui l’esclamazione di Gesù: ‘Donna, grande è la tua fede!’.

Ma chi scrive pagine così se non Dio solo? Chi ha potuto vivere un episodio così grande se non Gesù? Noi siamo i discepoli quando facciamo il bene solo perché scocciati, ma poi siamo anche questa donna quando umilmente ringraziamo dei doni della giornata e se comprendiamo che siamo come cagnolini sotto il tavolo, che vanno benissimo le briciole che cadono, perché sono il segno dell’amore di Dio. Ringraziamo per la fede di questa donna! Ringraziamo il divino Maestro Gesù che sa come ci deve insegnare e ci fa vedere come siamo!”.