“Abbiamo il dono di cominciare insieme un tempo santo di attesa”

Nella Prima Domenica d’Avvento, inizio di un nuovo anno liturgico, l’invito di Gesù è a essere desti e vigilanti. Proprio questo invito ha ripreso padre Placido nella sua omelia, partendo dall’immagine della Corona d’Avvento; ecco le parole del parroco:

“La Corona d’Avvento ci dice che anche quest’anno abbiamo il dono di cominciare insieme un tempo santo di attesa, l’attesa della venuta del Signore. La Corona d’Avvento è rossa per dire l’amore che caratterizza questo tempo, ma c’è anche il verde, segno della speranza, e poi ci sono le lampade che si accendono una dopo l’altra a indicare una progressione, fino alla pienezza della luce.

L’Avvento è davvero un tempo pieno di speranza, perché la nostra attesa avrà il suo compimento, il Signore verrà e il Signore nascerà per noi. L’apostolo Paolo, nella lettera ai Corinzi, si rivolge ai cristiani come a coloro che ‘attendono la manifestazione del Signore Nostro Gesù Cristo’: la pienezza del Natale è l’Epifania, manifestazione del Cristo; e la vita cristiana è un attendere con gioia la venuta e la manifestazione del Signore. Ma tutto questo lo viviamo nella fede, cioè certamente attendiamo il suo ritorno nella gloria, però già ora sappiamo che Lui è con noi, nella sua Parola, nell’Eucaristia, nella preghiera, nelle opere di carità, tutte cose che devono caratterizzare il tempo di Avvento.

Allora vogliamo essere grati a Gesù, il quale oggi ci dice una cosa e la ribadisce: come dobbiamo essere in questo tempo? Vigilanti, desti! Il Signore ci dice: attenzione, quando tornerà il padrone di casa non vi trovi addormentati! Oggi abbiamo tutti ritmi frenetici, siamo tutti di corsa, ma paradossalmente c’è il rischio che la coscienza sia addormentata, non ci indigniamo più, non ci meravigliamo più, quasi non ci accorgiamo più di quello che accade attorno a noi.

Dobbiamo ritrovare la capacità di essere desti e vigilanti e in questo tempo, dice Gesù, Egli ci ha dato un compito e ci ha dato anche il potere (dice proprio così) per poterlo realizzare. Allora l’Avvento sia un tempo anche di attenzione agli altri, di attenzione al nostro comportamento: sto vivendo il compito che Dio mi ha dato? E ancor prima: ho capito cosa sono venuto a fare qui sulla terra, quale compito mi è stato assegnato?

Chiediamo a Dio che, ascoltandolo con attenzione, pregandolo con più forza, compiendo più opere di carità, possiamo ottenere dall’Avvento il dono che è promesso: la presenza più chiara del Signore nella nostra vita, per poter sperimentare quella luce che oggi la nostra Corona d’Avvento ha acceso anche in noi”.