Nella Quinta Domenica del Tempo Ordinario la liturgia della Parola presenta dapprima una notte insonne di Giobbe e poi una giornata del Cristo: cosa collega questi due episodi? Padre Placido ne ha dato una chiave di lettura; ecco l’omelia del parroco:
“La Parola di Dio di questa domenica presenta prima una notte vissuta da Giobbe e poi una giornata vissuta da Gesù: cerchiamo di capire come queste due cose si richiamino l’una con l’altra. Il povero Giobbe era una persona buona, stava anche bene, aveva realizzato un certo benessere per la propria famiglia, tutto insomma sembrava andare nel migliore dei modi; ma poi a un certo punto arriva una disgrazia e poi un’altra e la situazione economica precipita e lui si ammala… ma la cosa che più lo tormenta in questa notte è la domanda su quando si alzerà, quanto sarà lunga la notte in cui si gira e rigira insonne, non tanto per il dolore fisico, quanto piuttosto perché c’è un tarlo che tormenta: come mai mi succede tutto questo? Giobbe chiede aiuto ad alcuni amici che tentano di consolarlo: poveri noi quando consoliamo chi sta male, mentre invece a volte è meglio stare zitti, esserci senza cercare di dare spiegazioni… invece questi amici, rifacendosi non solo alla cultura del tempo, ma anche alle loro convinzioni religiose, dicono che è impossibile che un uomo buono soffra: se soffri evidentemente hai fatto qualcosa di male. E questa cosa è una spada per Giobbe, lo tormenta, perché dopo va a cercare dove può aver sbagliato, ma, a parte la sua fragilità, non trova errori. Verrà in mente a ognuno di noi qualche notte che abbiamo passato insonni per i troppi pensieri o per le preoccupazioni o per le paure o per i sensi di colpa o per i rimorsi: quante cose ci danno addosso! E tutto nasce spesso da una mente che continua a macinare e macinare e ti fa vedere problemi e difficoltà che magari non incontrerai mai, ma intanto te le metti in testa… basta!
Però la notte di Giobbe non conosce pace e non conosce pace perché non è ancora arrivata la giornata del Cristo. In che modo la giornata del Cristo può dare pace alla notte di Giobbe? Si tratta di una notte profonda, senza luna, nella quale deve sorgere un sole a rischiarare. È qui che entra in gioco la giornata del Cristo, che esce dalla sinagoga, quindi ha ascoltato la Scrittura, e poi va a guarire questa donna: non si toccano le donne che stanno male, se tocchi una donna malata diventi impuro, lo sanno tutti! Ma il Cristo fa tutto il contrario… come abbiamo fatto a diventare una religione di bigotti non ce lo spiegheremo mai, proprio noi che siamo stati fondati da uno pienamente libero…
Il Cristo prende per mano la donna e lei si alza e subito si mette a servirli: non è una parola scelta a caso, quella donna è diventata discepola, è diventata apostola, perché quando il Cristo ti chiama ti manda a servire, tu sei al suo servizio. Così la donna malata diventa discepola e poi arrivano tutti gli ammalati e indemoniati e il Cristo li libera: diciamocelo allo specchio, abbiamo bisogno di essere esorcizzati! Cosa sono questi pensieri che ci vengono, l’idea che la vita non abbia senso, la convinzione di aver sbagliato tutto, di essere colpiti ingiustamente? Il Cristo nella sua giornata dice una parola definitiva e questa luce del Cristo dobbiamo esporci a riceverla per tutte le nostre notti insonni, per quelle croci che proprio non riusciamo a portare.
Ma il Cristo non solo guarisce e risana e compie miracoli, ma anche va da solo a pregare e quando gli dicono che tutti lo cercano, proprio allora Gesù dice: andiamo da un’altra parte. E ai demòni impedisce di parlare, perché sapevano chi era e sapendolo lo avrebbero proclamato Figlio di Dio e proprio per questo non li fa parlare: se tutti dicono bene di me andiamo da un’altra parte! Voi volete esaltarvi? State zitti! Il Cristo non solo ci insegna a fare il bene, ma ci insegna anche a farlo bene, perché il bene va fatto bene, altrimenti è solo ego che esplode.
La giornata del Cristo deve dare luce alle mie notti e se in una notte sono tenuto sveglio da mille pensieri e il sonno non vuole venire invochiamo il Cristo: Signore, tu guarisci, tu esorcizza, benedetto il tuo nome, benedetto tu, Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, benedetto lo Spirito Santo! Entriamo nel ritmo del cuore, lasciamo la mente ed entriamo nel ritmo del cuore: vi garantisco che tante volte ti ritrovi poi addormentato e le ore sono passate. Il Signore ci aiuti tutti! Abbiamo bisogno di rischiarare con la sua Parola le nostre notti!”.