Nella liturgia della Quinta Domenica di Quaresima il brano di Vangelo ruota attorno alla richiesta di alcuni, “vogliamo vedere Gesù”. È questo anche il nostro desiderio? E chi è Gesù? Su queste domande si è incentrata la riflessione di padre Placido offerta ai ragazzi di catechesi, ma come sempre sono parole che valgono per tutti:
“Il vostro cammino di catechesi sta andando avanti e presto arriveremo alla Pasqua e poi ci saranno anche i Sacramenti e oggi il Vangelo ci offre una domanda che è proprio necessario che ci poniamo anche noi. Il Vangelo racconta che c’erano alcuni greci che interpellano Filippo, che era della Galilea, la Galilea delle genti, dove si parlava anche greco, e gli chiedono questo: ‘Vogliamo vedere Gesù’. Non so se questo corrisponde anche al nostro desiderio. Ma si fa un cammino di catechesi proprio per conoscere Gesù.
Gesù è una figura storicamente accertata, Gesù è veramente esistito: abbiamo molta più documentazione su Gesù che su tanti altri grandi della storia, ad esempio Alessandro Magno, sono gli storici a dirlo. E nessuno mette in discussione Alessandro Magno, però qualcuno dice: Gesù non si sa neanche se sia esistito! E invece davvero Gesù è esistito, abbiamo le parole storiche, abbiamo i testi dei suoi amici che hanno detto che era bravo e faceva questo e quello, ma l’hanno scritto anche i suoi nemici che è esistito e che l’hanno messo a morte e che era una persona strana e spesso hanno dovuto anche ammettere che faceva prodigi, anche se poi dicevano che li compiva in nome di Belzebù e non nel nome del Signore.
Gesù è dunque una figura che ha creato interesse intorno a sé e anche tanta avversione. Dunque che Gesù sia esistito è un dato di fatto; che poi si creda, e ciascuno di noi creda, che Gesù è il Figlio di Dio, che Egli è il Signore Gesù Cristo, questo è l’ambito della fede. Un conto è il Gesù storico, un altro conto è che io creda che sia il mio Signore. La catechesi dovrebbe portare non solo a scoprire che Gesù è esistito, ma anche a sentirlo vicino, che è qui, che il nostro Signore, colui che ci ha salvato.
È di questo che vogliono sapere quei greci ed è interessante che chiedano in greco a Filippo, che capiva il greco, perché qualche volta a Gesù facciamo le domande nella lingua sbagliata, alle volte Dio non ci risponde perché sbagliamo lingua, perché usiamo la lingua della pretesa, dell’arroganza, della paura e sono lingue che Dio non capisce. Dio usa la lingua della semplicità, dell’umiltà. Ma se non sai che lingua parlare fai silenzio, perché Dio capisce il silenzio più di tante preghiere.
Dunque dobbiamo trovare anche il linguaggio per parlare con Dio e state certi che se perseveriamo nella Messa, nei Sacramenti, impareremo il linguaggio di Dio, impareremo ad ascoltarlo e ci accorgeremo che anche lui ci ascolta. E la cosa ancora più bella è la risposta di Gesù: ‘Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me’ e l’evangelista Giovanni conclude: ‘Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire’.
È questo Gesù che dobbiamo scoprire. Certo bisogna anche dire che nel nome di Gesù è stato fatto anche tanto male e addirittura cristiani di diverse confessioni, che magari avevano una sola virgola di differenza, tra di loro si sono fatti la guerra, si sono odiati. E invece Gesù dice; guardami quando sono innalzato da terra, sulla croce, perché da lì attirerò il tuo cuore. Ed è vera questa parola: nella vita arrivano momenti in cui ti senti veramente attirato dal Crocifisso, perché senti che lui ti capisce, ti incoraggia, è l’unico che sta dalla tua parte. Può succedere che abbiamo delle incomprensioni anche gravi, anche profonde, e sembra che gli altri non ci capiscano più, non ci capiscono gli amici, non ci capiscono i genitori, non ci capisce nessuno… non perdiamo la fiducia che Gesù ci ascolta e ci capisce, anche se nessun altro riesce a starci vicino.
Se saremo capaci di lasciarci attirare da Gesù, di sostare vicino a lui, sentiremo che lui si fa vicino. Chiediamo al Signore che questa Pasqua sia un incontro con lui, perché o Gesù diventa una persona amica, della quale fidarsi, oppure piano piano lo sentiremo lontano, così lontano che a malapena ce ne ricorderemo. Voi, ragazzi, siete in questo cammino e finché siete in questo cammino cercate di impegnarvi e troverete il tesoro più prezioso di tutta la vostra vita”.