“La fede ci fa compiere un viaggio all’interno di noi stessi”

La XVI Domenica del Tempo Ordinario è stata a Revò il giorno della festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, patrona del paese. Nell’omelia padre Placido ha parlato ai coscritti, veri protagonisti del rito di passaggio che la sagra a Revò rappresenta, ma ovviamente le sue parole valgono per tutti; ecco l’omelia del parroco:

“Sorelle e fratelli cari e soprattutto care coscritte e cari coscritti, ecco il momento della festa, ecco il momento che ci richiama a una lunga tradizione che ci precede e che voi avete scelto di onorare. Che cos’è una tradizione, cos’è un rito? Tradizione deriva da una parola latina che significa ‘consegnare’ e il rito è un insieme di gesti e parole che apre uno spazio sacro. Allora oggi, care ragazze e cari ragazzi, voi ricevete un dono che viene da lontano: è quella fede testimoniata dai vostri avi, dai vostri nonni, dai vostri genitori e che oggi in voi rivive, non senza il vostro sì, non senza la vostra collaborazione, perché in questa trasmissione porta un’acqua viva soltanto ciò che è vivo, solo così ci si può abbeverare e accogliere quest’acqua che è così necessaria per il cammino.

Anche al tempo del profeta Elia avevano bisogno dell’acqua, quando Elia sale sul Carmelo a invocare l’aiuto di Dio. Tanti motivi lo spingevano, personali e comunitari: il suo bisogno personale, le sue fatiche che lo portano fino in cima al monte Sinai, dopo essere passato per il deserto; ma anche le fatiche e il bisogno della sua gente, perché gravissima era la carestia. Elia sale sul monte per se stesso, ma non solo per se stesso. Ogni autentico cammino spirituale, ogni autentico rito sacro viene compiuto e celebrato per se stessi, ma non solo per se stessi; e se anche, cari ragazzi, non vedeste motivi per pregare per voi stessi, trovate questi motivi intorno a voi, nelle vostre famiglie, nelle nostre comunità, nel mondo intero… quanto è urgente che ogni persona diventi al più presto consapevole della ricchezza e della grazia che Dio ci ha dato nel Signore Gesù!

Su quel monte Elia prega in atteggiamento di totale raccoglimento: ‘Pose la sua faccia tra le proprie ginocchia’. Non è un uomo ripiegato su se stesso, la fede non ci ripiega su noi stessi, ma ci fa compiere un viaggio all’interno di noi stessi, dove ciò che è importante è osservare. E così al ragazzo che aiuta il profeta, Elia dice: ‘Torna ancora per sette volte e guarda verso il mare’. Questa capacità di osservare non perdetela mai, anche quando tutti dicono la stessa cosa, voi osservate. Anche nelle cose della fede osservare è importante, è uno sguardo che nasce dal di dentro. Elia non si piega su se stesso per non vedere, bensì proprio per osservare meglio: ‘Si vede bene solo con il cuore’, diceva Antoine de Saint-Exupéry.

Osservare significa avere quella calma, quella pace interiore che ci distoglie dall’agitazione del mondo e ci rende attenti e centrati sulla luce della verità. Oggi noi molte cose non vogliamo vederle, alle volte ci stordiamo pur di non vedere le cose: non vedete tutta questa polvere, tutto questo rumore? Sono persone che stanno scappando da qualcosa, cioè dalla verità che è nel cuore. Nel cuore c’è tutto, c’è la gioia per le nascite e le crescite, ma vi si trova anche l’apertura a una vita altra. Osserva, comprendi e agisci di conseguenza. Questo sguardo si fa pieno di speranza, perché coglie il segno che viene dal mare, una nuvoletta che sale; a Elia basta questo per riconoscere che la sua preghiera è stata esaudita e con fiducia, ancora prima che arrivi la pioggia, annuncia che ci si prepari per l’acqua abbondante. Si prega e poi si vive credendo che la preghiera è stata accolta: se noi preghiamo per un mondo più giusto, pacificato, solidale, noi siamo tenuti ad agire così e non possiamo lamentarci che ancora il mondo non ha pace, ancora non c’è giustizia… tu e io cominciamo a vivere così, perché la preghiera si compie non solo nel momento in cui arriva al Cielo, ma nel momento in cui la fai vivere tu: tu sei una persona benedetta e graziata e questo ti farà salire verso l’alto.

Care ragazze e cari ragazzi, sentite che la vostra preghiera è accolta, che il vostro desiderio di autenticità è accolto, vivete l’autenticità di voi stessi, siate pienamente voi stessi nella vostra forma migliore, le persone che vi amano si meritano questo dono di avervi nella vostra forma più bella, ma siete soprattutto voi stessi a meritarlo: diventate la persona migliore possibile. Su questa via troverete tante voci, tanti pareri, ma voi ascoltate quel Dio che vi parla nel cuore, quella Madre che sempre aiuta a camminare. Maria ha dato una volta una indicazione semplicissima alle persone che si agitavano intorno a lei: fate tutto quello che mio figlio vi dice. È questa l’indicazione della Madre: ascoltare il Vangelo, ascoltare la Parola, pregare, essere consapevoli della preziosità della propria esistenza. Portiamo all’altare queste preghiere, portiamo all’altare le cose che ci stanno a cuore, portiamo all’altare le nostre famiglie, portiamo all’altare la nostra gioia e il nostro ringraziamento a Dio per questo giorno e facciamo in modo che da qui salga una preghiera verso l’alto, anche per l’intera comunità umana, perché ritrovi una via di speranza, di giustizia e di pace”.