Nella XXII Domenica del Tempo Ordinario Gesù, accusato di non far rispettare le norme di purità ai suoi discepoli, dà un grande insegnamento sul cuore dell’essere umano e su questo si è concentrato padre Placido nell’omelia; ecco le sue parole:
“Ancora un insegnamento di Gesù… quanti ne abbiamo sentiti! Ma quanti ne abbiamo ascoltati? Quanti ne abbiamo accolti e compresi e vissuti? Oggi l’insegnamento è importante, perché riguarda il cuore. Tutte le tradizioni spirituali dicono che il viaggio più importante che dobbiamo compiere e anche il più difficile e il più lungo è quello che va dalla mente al cuore, dai processi mentali, da una mente sempre dominata dal chiacchiericcio e da mille preoccupazioni, una mente che spesso ci mente, cioè ci racconta una realtà che non c’è, dalla mente al cuore, un luogo dove tutto viene filtrato, passato alla luce e poi accolto come vero e buono e come qualcosa che ci fa bene.
Però questo passaggio non è semplice e nell’episodio del Vangelo Gesù viene aggredito proprio perché richiama a questo. Quante volte aggrediscono Gesù e quante volte chi non ha ragioni impone la propria ragione con la forza del numero, con l’inganno di discorsi apparentemente sensati… quanti discorsi ci fanno in televisione! Ad esempio finalmente arrivano tre giorni di tregua Gaza, ma solo per vaccinare bambini che poi ammazzeranno nei giorni successivi… stiamo assistendo a un mondo che sta perdendo la testa e mai come in questo tempo abbiamo sentito discorsi di guerra e parole per cui è bene sempre incrementare gli armamenti e fare la guerra. In tutta questa confusione il Cristo ci ricorda una cosa: bada al tuo cuore! In tutto questo dobbiamo ritagliarci qualche istante di silenzio e di riflessione, in cui non dobbiamo decidere chi è buono e chi è cattivo, ma dobbiamo semplicemente fermarci e osservare e sentire che il cuore non deve essere preda di questi schieramenti, dove ognuno pensa di avere ragione, ma – come ci ha detto Giacomo – riconoscere che ogni dono buono discende dall’alto.
Il silenzio della meditazione apre il cuore al dono dall’alto, al dono buono che Dio ti dà. Non usciremo da queste guerre se non attraverso una serie di individui che personalmente decidono di pacificare il proprio cuore, scelgono di smetterla di seguire tutti i vani ragionamenti della mente che oggi dà ragione a uno e domani a un altro. Piuttosto cominciamo a dire che è importante che ci sia una porzione di umanità pacificata e l’unica porzione di umanità che posso pacificare è quella che è nel mio cuore. Questa è la vera promessa: quando Mosè si sente dire di togliere i calzari perché la terra su cui cammina è sacra, Dio sta parlando di quella terra di cui lui è fatto, di quella adamah da cui è tratto Adamo; siamo fatti di quella terra sacra la cui sacralità va riconosciuta e rispettata e se abbiamo rispetto di noi stessi e se cominciamo a esigere il rispetto per noi stessi, allora non ci raccontino storie, non ci vendano sempre le loro quattro idee che servono solo per arricchire loro e impoverire gli altri! Non lo facciano, perché non possono farlo!
A questo proposito, proprio oggi è la giornata di preghiera per la cura del creato e poche cose fanno scempio del creato come le guerre, anzi probabilmente nessun evento è così drammaticamente devastante come la guerra: la guerra non ha rispetto di niente e di nessuno. Preghiamo allora chiedendo il dono santo che viene dall’alto; ma rendiamoci conto che se non alzo mai lo sguardo, se non divento capace di accogliere il dono, cioè se non sono mai svuotato e liberato, se sono pieno di me stesso, allora non può arrivare il dono. Solo facendo spazio il dono può arrivare: santa Caterina da Siena si sentì dire da Gesù: fatti capacità e io mi farò torrente! Non pensiamo che Dio non possa riempire il piccolo vaso del nostro cuore. Piuttosto preghiamo di farci capacità attraverso la sua Parola e il suo insegnamento e proviamo anche visivamente ad allontanarci dai tanti pensieri e dal chiacchiericcio per scendere al silenzio del cuore, che viene riempito dal dono buono che viene dall’alto”.