La XXIX Domenica del Tempo Ordinario coincide con la Giornata Missionaria Mondiale e nel Vangelo Gesù spiega che il più grande è colui che serve; su questo ha riflettuto padre Placido nell’omelia. Ecco le sue parole:
“Quel giorno Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, si erano avvicinati a Gesù e gli avevano detto: tu devi fare quello che noi adesso ti chiediamo. Cosa chiedevano? Di essere nel suo regno uno alla sua destra e uno alla sua sinistra.
Quante volte la nostra preghiera è un dire al Signore: tu devi farci quello che noi ti chiediamo. E il Signore ascolta le nostre richieste, ma forse qualche volta, come già a Giacomo e Giovanni, ci dice: ma siete convinti di quello che chiedete? Potete bere il calice che io bevo e ricevere il battesimo nel quale io sto per essere battezzato? Proprio Giacomo e Giovanni quel calice lo scopriranno poi, nella notte del Getsemani, quando sentiranno Gesù mormorare: Padre, se possibile passi da me questo calice, però non come voglio io, ma come vuoi tu. E così anche la nostra preghiera non dev’essere un perseverare finché non otteniamo dal Signore ciò che gli chiediamo, bensì perseverare fino a comprendere ciò che Dio vuole da noi.
Questa preghiera porta a una scelta di vita: quella di essere come Gesù, che non è venuto per farsi servire, ma per servire. Quel giorno Gesù dovette ribadirlo, perché gli altri apostoli si arrabbiarono sì con Giacomo e Giovanni, ma non perché gli rimproverassero mancata umiltà, bensì perché anche loro volevano i primi posti. Allora dobbiamo chiedere di entrare in quella che don Tonino Bello chiamava la ‘spiritualità del grembiule’, il grembiule che indossa Gesù nella lavanda dei piedi, quando mostra questo suo farsi servo. Ma in realtà tutta la vita di Gesù è stata un servizio e il primo gesto di servizio è ricevere il battesimo, cioè immergersi nella propria vita consapevolmente, non nella vita che avremmo voluto fare, non nella vita che sarebbe stata se non ci fosse stato quel fatto o quell’altro… alle volte la vita ci presenta prove difficili, certi lutti, certe malattie. Ma lì si vede la nostra capacità di immergerci in questa vita così com’è, dicendo: Signore, non sono venuto per essere servito, ma per servire; rendimi umile, fa’ che la mia vita sia servizio.
Facciamo questa preghiera in questa domenica in cui si celebra anche la Giornata Missionaria Mondiale e ricordiamo tutti i missionari, che servono, donano tutti se stessi scegliendo di andare in luoghi lontani, sapendo però che nessun luogo è lontano se sai che lì c’è il Signore che ti aspetta. Chiediamo di vivere la nostra vita come se fossimo in missione, vivendo bene il nostro battesimo e immergendoci nella realtà che Dio ci ha dato di vivere”.