“La fede ci insegna a esserci totalmente”

La Seconda Domenica d’Avvento, cadendo quest’anno l’8 dicembre, è stata anche la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Padre Placido, ispirato anche dal fatto che alla Messa a Cloz erano presenti i Vigili del Fuoco di tutto il Comune di Novella per onorare la patrona Santa Barbara, ha riflettuto sul fatto che Dio è sì Padre, ma anche Madre; ecco le sue parole:

“È una bella festa quella di oggi, perché stiamo camminando nel Tempo di Avvento, che ci prepara al Santo Natale; e in questo Tempo di Avvento ogni anno c’è una giornata speciale dedicata al ricordo della Madre Immacolata o, come dicono i fratelli ortodossi, tutta santa.

È una festa che ci riporta alle nostre origini, nel luogo da dove veniamo: non siamo frutto di un errore, veniamo da un Dio che ci ama e che è perfezione, ma non una perfezione fredda, vuota, meccanica; Dio è perfezione d’amore, è perfetto nel voler bene e ci ha dato una Madre perché non ce lo scordiamo mai. Egli ci è vicino con cuore di padre, ma anche di madre. Come è importante oggi che non manchi il grazie per questo dono!

Abbiamo sentito che all’inizio del libro della Genesi, al capitolo terzo, Dio parla e dice: ‘Dove sei?’. È una domanda importante: Dio si rivolge ad Adamo ed Eva, ma non dice ‘dove siete’, dice ‘dove sei’, rivolgendosi singolarmente a ognuno, perché c’è una responsabilità personale nel condurre la propria vita e non possiamo pensare a quello o a quell’altro; va bene pensare alla moglie e al marito e ai figli e a chi vogliamo, ma tu dove sei tu esattamente? Se ce lo chiedesse qui, adesso, sarebbe bello poter dire: Signore, sono qui, nella tua casa, non sono nei problemi di questa mattina, non sono nella discussione che abbiamo avuto a pranzo, non sono nella preoccupazione per cosa farò domani, non sto pensando al menu del pranzo o della cena… sono qui.

E se proviamo a rispondere con ancora maggiore profondità alla domanda ‘dove sei?’ potremmo dire: Signore, sto abitando i tuoi doni. Non la paura, non le preoccupazioni, non gli obblighi, non sono qui perché a Messa bisogna andarci… io sto abitando qualcosa di buono, i tuoi doni, Signore. Infatti il Signore ci aiuta non in base a ciò che facciamo o in base alle Messe che sentiamo; egli ci vuole bene e ci aiuta perché ci è Padre e Madre. Ovviamente se noi gli stiamo un po’ più vicino, allora questo amore lo sentiamo di più, è come avvicinarsi a una fonte di calore e di bene e di bellezza. Se vaghi lontano il problema non è che fai peccato, non è che fai un errore; il problema è che ti privi di qualcosa di bello e di vero: peccato è privarsi delle cose buone.

Oggi siamo qui insieme e forse questa domanda ci fa capire com’è importante esserci: guai se siamo in un luogo con metà testa, pensando ad altro; la fede ci insegna a esserci totalmente. Ed essendoci totalmente impariamo quel che il Signore ci ha insegnato nella seconda lettura, dove si dice che Egli ‘ci ha chiamati ad essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità’. Com’è possibile? L’Immacolata è la tutta santa, ma noi non siamo immacolati e santi. Eppure ci ha chiamati a essere immacolati; vuol dire forse che ci ha chiamati a non sbagliare mai? No; il Signore ci ha chiamati a perseguire quella perfezione che nasce dalla carità, cioè dall’amore vissuto, dal fare il bene. Noi siamo chiamati a fare il bene e io penso che, credenti o non credenti, nell’ultimo giorno se non abbiamo fatto il bene non avremo giustificazioni, perché se vedi uno che sta male e ha bisogno di una mano e gliela puoi dare, tu lo senti che puoi dargli una mano e succede che se gli dai una mano sei anche contento.

Ecco il senso della nostra presenza, soprattutto nei momenti particolari in cui per fare il bene ci vuole competenza, professionalità, attenzione. E il bene, diceva San Tommaso, si diffonde; e io aggiungo che si insegna testimoniandolo. Ognuno preghi come sa e come può; ognuno porta nel cuore un bisogno, una preoccupazione, un desiderio; oggi mettiamoci anche un grazie: Signore, ti chiediamo sempre tante cose, ma oggi qui tutti insieme ti diciamo grazie: quante cose ci dai e come siamo fortunati e come è bello sapere che c’è qualcuno che si prende cura di noi. Sono doni grandi e tutto viene dal Padre di misericordia e se non avessimo un po’ di salute e un po’ di aiuto non potremmo fare niente. Tutto viene da Lui: ognuno nel silenzio faccia la sua preghiera e dica il suo grazie”.