“Per scacciare il buio accendi una piccola luce”

Quest’anno la Quarta Domenica d’Avvento è caduta nei giorni del solstizio di inverno e così padre Placido, parlando ai ragazzi della catechesi, ha riflettuto su come la natura stessa ci spieghi il Natale; e parlando ai ragazzi ha parlato, come sempre, a tutti. Ecco le sue parole:

“Benvenuti nella casa del Signore, una casa che dovremmo sentire anche come casa nostra: chi ci ha preceduto nella fede ci ha dato questi luoghi, ma non perché restassero vuoti e freddi, bensì perché ci fossero delle persone vive che qui sperimentassero la gioia, ma anche che venissero qui nei momenti di fatica e di sofferenza.

Stiamo vivendo un periodo di gioia: vi sarete accorti che è iniziata tutta la grande corsa del Natale, lo si vede dalle luci e dai canti e dalle musiche che passano in televisione; e lo si vede forse anche dalle persone che vanno di corsa e magari sono anche un po’ nervose. Ma dovremmo essere abbastanza attenti da decidere da soli come vivere questo Natale. Abbiamo vissuto il giorno più breve dell’anno, il solstizio: il Sole ha smesso di retrocedere, il Sole si ferma e questo significa ‘solstizio’. L’universo è una macchina così precisa che noi non sappiamo cosa faremo tra dieci minuti, ma sicuramente possiamo sapere cosa farà il Sole con anni di anticipo. E nel solstizio ha smesso di scappare. È un bellissimo momento: il Sole, che fino a questa mattina continuava a lasciare spazio alla notte, si è fermato e subito ha cominciato a riprendere spazio. Perché vi dico questo? Perché tutto questo ha molto da dire al nostro Natale. A me piacerebbe che sempre di più sentiamo che le nostre feste cristiane sono legate alla natura. Il Natale non viene per caso in questo periodo, proprio perché in questo periodo il Sole smette di scappare, si ferma e comincia a riprendersi la notte. E come se la riprende? Forse con la violenza? No! Il Sole semplicemente si avvicina alla notte e la notte si ritira, perché dove c’è luce non c’è buio, non c’è bisogno di contrastare il male con la violenza. In televisione spesso ci fanno vedere che il male va contrastato con il male, se quello ha una pistola tu prendine due… però così ci facciamo l’idea che contro il male bisogna fare più male, mentre il buio non lo scacci peggiorandolo né maledicendolo; il buio lo scacci se accendi una piccola luce.

Il Sole riprende la sua strada, si è fermato e adesso sarà sempre più presente e arriveremo allo splendore dell’estate, quando, a giugno, ci sarà molta più luce che buio, il giorno sarà molto più lungo della notte. Ma attenzione: lo splendore dell’estate si prepara a partire da oggi, non è che siccome oggi il Sole smette di scappare domani è subito estate… ci vuole tempo nelle cose. È come nella catechesi: ci vuole tempo, ci vuole sempre più luce. Il Natale è fidarsi di Dio in questa notte del mondo. Egli porta la luce della sua nascita. Gesù non scappa di fronte al male, Gesù, con la sua sola presenza, scioglie le tenebre dell’egoismo, Gesù insegna un Vangelo di pace perché vinciamo la guerra, insegna ad essere generosi e altruisti perché vinciamo l’egoismo, insegna la solidarietà perché condividiamo quello che abbiamo con chi non ha niente. Gesù non è venuto a portare violenza, Gesù è venuto a portare una luce e ci chiede di essere figli della luce.

Allora oggi è il nostro giorno, non è il giorno di chi è già illuminato. I santi hanno una luce dietro la testa, l’aureola, una piccola aura, cioè un piccolo disco di luce. I santi non è che ce l’abbiano veramente un disco di luce sulla testa, è che sono loro stessi luce; alle volte stiamo con delle persone che ci riempiono il cuore o di rabbia o di tristezza o di nervosismo, mentre altre persone ci fanno sentire bene, sentiamo che c’è un clima buono. È importante capirlo, perché noi possiamo cominciare ad essere persone di luce: domandiamoci non solo quali sono le persone con cui stiamo bene, ma anche se noi per primi riusciamo a far star bene le altre persone, se portiamo un po’ di luce o ci limitiamo a maledire le tenebre. Alla fine dovremo scegliere: o continuare a dire che in questo mondo va tutto male e c’è chi urla e c’è chi uccide e ci sono quelli che non hanno più fede; oppure cominciamo a essere noi il segno di questa novità. Il Natale viene a dirci che possiamo farcela con l’aiuto di Gesù“.