
Nella Sesta Domenica del Tempo Ordinario Gesù proclama le beatitudini; è la versione dell’episodio dell’evangelista Luca quella che viene letta nella liturgia e padre Placido ha riflettuto sul testo anche a partire dalle differenze nel racconto rispetto a quello che fa Matteo. Ecco le parole del parroco:
“Gesù porta una grande folla di discepoli e tanta gente in un luogo pianeggiante e – sottolinea l’evangelista Luca – c’erano tante persone anche da Tiro e da Sidone, come dire che non c’era solo il popolo ebraico, non c’erano solo quelli che credevano nel Dio unico, c’erano anche i pagani. Perché Gesù attirava tutti? È molto bella questa nota del Vangelo, perché mostra la grande umanità del Cristo: è incredibile questa profonda umanità di Gesù che riusciva a mettersi in sintonia con la povertà, con la semplicità degli esseri umani, gli esseri umani tutti, non solo di chi la pensava come lui o apparteneva alla sua religione.
È molto bello anche notare che Luca dice che quello dove Gesù raduna la folla è un luogo pianeggiante, perché in Matteo invece è il discorso della montagna. Alle volte noi preti, per mettere d’accordo tutti, diciamo che era un altopiano, ma non è questo il senso; in realtà il Maestro rende pianeggiante il luogo dove ti incontra, perché tu non possa dire che è troppo in alto; e poi ti prende per mano, perché tu non resti lì da solo e possa invece salire con lui, si parte dal luogo pianeggiante per ascendere verso la santa montagna. E quel giorno, cioè oggi, perché quel giorno in Dio è questo giorno, come Gesù ci aiuta ad ascendere? È uno sguardo buono quello del Maestro, che anzitutto vede il positivo e infatti comincia con le beatitudini. Proviamo anche noi, nella nostra vita, a cercare di vedere sempre il positivo: quando si vuole bene a una persona – penso a certe mamme e papà, ma anche a mariti e mogli – si cerca di vedere il positivo sempre; certo alle volte con qualche persona bisogna riconoscere che c’è un problema, ma anche quello va visto in modo positivo e cioè, se vedo qualcosa che non va, è per aiutare, per rendermi partecipe.
Così fa Gesù, che altrimenti avrebbe cominciato dicendo ‘guai, guai, guai’ e lì avrebbe concluso. Forse nel passato, e forse non sono nel passato, alle volte noi predicatori abbiamo fatto e facciamo così, minacciamo guai, diciamo che è tutto sbagliato, tutto brutto; ma la bellezza è anche negli occhi di chi guarda: se non hai un atteggiamento buono verso la vita vedi solo le cose brutte. Invece Gesù vede qualcosa di bello in quel giorno e in questo giorno e canta, perché questi delle beatitudini sembrano proprio ritornelli di un canto: beati voi poveri, perché vostro il regno di Dio; beati voi che avete fame; beati voi che ora piangete. Gesù non sta descrivendo la realtà di questo mondo, ma ci sta spiegando il punto di vista di Dio: Dio vede le cose così, per Dio la tua povertà è motivo di beatitudine, perché se ti senti povero ti affidi a Lui. Intendiamoci: non è che Dio sia contento che la gente non abbia da mangiare e non a caso Gesù moltiplicava e distribuiva; in verità qui Dio loda la tua fame di verità, la tua fame di autenticità, perché il rischio oggi è che ci accontentiamo di quello che ci raccontano e tu vedi e credi a quello che passa in televisione, dove ti fanno passare violenti e potenti come se fossero benefattori… ‘maledetto l’uomo che confida nell’uomo’, l’abbiamo sentito nella prima lettura… cos’è questo confidare nei ricchi e nei potenti, cos’è questo continuare a omaggiarli, a mostrarsi cagnolini scodinzolanti? La verità deve illuminare la nostra vita e non le menzogne! Questi mentono continuamente, il potere è menzognero, anche quando è un potere sacro, il potere te la racconta perché non vuole perdere niente e anzi vuole avere tutto per sé.
Gesù elogia la tua fame di verità ed è anche la consolazione nel pianto: beati voi che ora piangete, perché un giorno sarete nella gioia. Questo mi colpisce, perché la nostra vita non si svolge qui, questo è solo un primo tempo, talmente breve rispetto a quello che ci aspetta che è come se la partita di calcio durasse cinque secondi e poi ci sono altri mille anni di gioco. Cerchiamo di vivere bene questo primo tempo, cerchiamo di non risparmiare le forze, cerchiamo di mettere tanto amore in quello che facciamo; e poi la ricompensa sarà eterna. Santa Giuliana di Norwich voleva sapere come sarebbe stato nell’al di là e Gesù le risponde: ‘Ti ho preparato una grande sorpresa’. Stai tranquillo, smettila di interrogarti: il Signore ti ha preparato una sorpresa. Non dubitiamo: ogni lacrima sarà consolata, tutto avrà un senso, perché capiremo che anche le pagine più faticose non saranno state perdute.
Ci dà tanto conforto tutto questo: niente è accaduto invano, anche i momenti più dolorosi. Però alla fine Gesù deve anche ammonire con i ‘guai’, deve mettere qualche limite, perché il mondo non li mette; invece Gesù dice: guai a voi, non crediate di poter fare di là come avete fatto di qua, non sarà la mentalità del mondo a dire l’ultima parola! Noi andiamo verso una vita eterna, che sarà basata su questa logica di vita: tutto ciò che avrai fatto per i piccoli, anche la più piccola cosa, avrà la sua ricompensa. E ci accorgeremo di quanto era pianeggiante la strada che il Maestro ci aveva aperto: approfittiamone, perseveriamo nel bene, nonostante quello che vediamo nel mondo.