
“La Messa è sempre un’occasione per crescere nell’amore e nella pazienza; ma dove la fondiamo questa crescita? Su ciò che sappiamo di Dio, sulle nostre conoscenze religiose? Eppure la Scrittura ci dice: quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare cosa voglia il Signore?
Come è alto questo Dio e come sono timidi, per citare ancora la Scrittura, i nostri ragionamenti! Inoltre la nostra mente, già piena di pensieri, è ulteriormente oppressa da una tenda di argilla che è il nostro corpo corruttibile; come è importante ogni tanto sollevare questa tenda, liberare la mente dalle sue preoccupazioni, scendere nel cuore e ritrovare ragioni che la mente non può comprendere. La Sapienza è una via di silenzio, non di chiacchiere: è impressionante come su Dio tutti pensiamo di poter dire la nostra, di poter parlare e fare ragionamenti… chi sa tace, chi non sa parla.
Allora anch’io cerco di non chiacchierare e di affidare tutti noi alla Sapienza di cui parla la Scrittura: gli uomini furono istruiti e furono salvati per mezzo della Sapienza. In Avvento canteremo in un’antifona che la Sapienza si è incarnata in Gesù Cristo, nostro Salvatore. Anch’io cerco di non chiacchierare e lascio parlare il Vangelo: chi di voi, se vuole costruire una torre, se vuole vincere una guerra, se vuole venirmi dietro, non si ferma a calcolare se può portare a termine l’impresa? Bisogna fermarsi un attimo a ragionare; e questo, per quanto riguarda la situazione in cui si trovava Gesù, è strano: il Vangelo, poche righe sopra, aveva detto che la folla che andava con Gesù era numerosa e proprio per questo Egli si volta e dice che, chi vuole seguirlo, deve fermarsi. Come sempre, Gesù è tutto diverso dai potenti di questo mondo, che ogni due minuti guardano i sondaggi per vedere se c’è più gente che gli va dietro o meno e se ce n’è di meno si domandano che cosa devono dire perché ce ne sia di più; non si chiedono che cosa è giusto dire, ma che cosa conviene dire per avere seguito. Gesù, che aveva un seguito molto numeroso, si gira e dice: fermi tutti, fermatevi un attimo, c’è troppo entusiasmo. Alle volte anche a noi, quando siamo tutti indaffarati, quando abbiamo una certa eccitazione religiosa, per cui bisogna fare questo e quello, il Signore dice: fermi, perché seguire me vuol dire fermarsi, riflettere, comprendere. Ed è un monito giusto, perché il Signore è sempre l’ultimo dei nostri pensieri e pensiamo sempre ridicolmente poco al Signore, anche noi che magari dedichiamo quell’ora alla settimana per venire qui… siamo ancora tanto indietro nel seguire il Signore!