“Bisogna che sia innalzato il figlio dell’uomo”

Quest’anno la XXIV Domenica del Tempo Ordinario è coincisa con la festa della Esaltazione della Santa Croce; una festa importante, cui si associa la memoria liturgica della Madonna Addolorata, particolarmente venerata a Brez, che ne ha portato la statua in processione, portata a spalla dai coscritti 2007. La festa dell’Esaltazione della Santa Croce insegna, ha spiegato padre Placido, che la via dell’andare in su è in realtà quella dell’andare in giù; ecco le parole del parroco:

“È nel segno di un abbassamento che trova radice la festa della Esaltazione della Santa Croce: non c’è modo di andare in su se prima non si è disposti ad andare in giù. Paolo dice che ‘Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce’, così quello che era un segno di morte diventa nel Cristo segno di amore infinito.

Proprio dalla croce il Cristo dice: ‘Padre, perdona a loro, perché non sanno quello che fanno’; e con forza oggi ripete dalla croce queste parole, guardando questa povera umanità che vive nel segno del serpente. È interessante il segno del serpente: il serpente era segno di maledizione, colui che aveva ingannato i nostri progenitori, costretto a strisciare sulla terra; il serpente, la più astuta di tutte le creature, il furbo che conosce le leggi della terra e se ne impadronisce e mira a conquistare quella terra di cui conosce le leggi. Oggi i grandi del mondo vivono, tutti quasi senza eccezione, nel segno del serpente: per avere un po’ di terra in più sono disposti a qualunque bassezza. Ma il Cristo mostra la sua forza divina elevando le forze terrene nell’unica forza spirituale.

Come Mosè elevò il serpente, così bisogna che sia innalzato il figlio dell’uomo‘: in queste parole il Cristo ci dice che tutto ciò che in noi è carnale deve trovare una via spirituale per salire. Ed è qui che c’è la vera guarigione: sul caduceo, cioè il bastone di Mercurio-Esculapio, si avvitano le forze della terra rappresentate proprio dai due serpenti, indicanti rispettivamente il maschile e il femminile; quelle forze devono salire verso l’alto e allora diventano segno di guarigione e di salvezza. Questo è la croce di Cristo. ‘Temete, forze avverse, vince il leone di Giuda’, diceva Sant’Antonio.

Quella dell’Esaltazione della Santa Croce è quindi una festa importantissima, perché ci chiama a elevarci, ad alzare lo sguardo, a guardare verso l’alto: il Cristo è stato innalzato affinché dalla nostra bassezza potessimo vederlo e trovare salvezza. In questa festa allora dobbiamo soprattutto rinnovare la speranza, o meglio la certezza che davvero nel segno della croce Dio ha vinto il mondo. Non dobbiamo assolutamente usare questo segno per sconfiggere gli altri, bensì adorare questo segno come la vittoria di Cristo sull’orgoglio: umiliandosi è stato elevato, abbassandosi ci ha portati tutti in alto. Allora in questo segno nasce anche il santo Battesimo: abbassati nel fonte (anche se non facciamo più il Battesimo per immersione, come fanno i nostri fratelli ortodossi), siamo elevati verso il Cristo.

Che meraviglia! La salvezza è per adesso, per questi tempi! Non perdiamo il senso misterioso di questa festa: quello che era segno di perdizione e di sconfitta, Cristo lo ha reso un segno di salvezza. E allora come non renderà positive anche le nostre croci, le nostre fatiche, i nostri abbassamenti? Proprio perché umiliati possiamo andare verso l’alto: affidiamoci alla bontà del Cristo e alla presenza della Madre, che per prima, abbassandosi, è stata esaltata”.