La Quindicesima Domenica del Tempo Ordinario è stata anche un’ulteriore festa per la comunità di Cagnò, che ha celebrato la sagra del Sacro Cuore. E festa, ha spiegato il parroco nella sua omelia, può essere proprio sinonimo di comunità. Ma bisogna a questo punto intendersi su che cosa sia la comunità. Su questo ha riflettuto padre Placido, anche partendo dal Vangelo della liturgia del giorno. Ecco le sue parole:
“Una festa è una comunità, è la sua comunità. E in una comunità si nasce o ci si arriva, come in una famiglia, ma non è finita lì: in quella famiglia bisogna crescerci, in una comunità si entra a piccoli passi, bisogna imparare a starci. E, nello specifico, per entrare in una comunità cristiana bisogna imparare ad amare l’umanità, l’altro, il prossimo.
Questa nostra famiglia, infatti, ha come legge e fine l’aiuto, la speranza, l’amore reciproco. In una parola: il Vangelo. Ciò che tiene insieme la comunità cristiana è il Vangelo. Per crescere questa comunità cristiana ha bisogno di ascoltare la Parola. E questo non è qualcosa che si possa imporre, non si può fare veramente se si è obbligati, non si può obbligare nessuno. Si può proporre, invitare.
Ma per farlo bisogna che ci sia quell’amore verso il prossimo che, prima ancora che cristiano, è profondamente umano. Perciò, se dal punto di vista umano non abbiamo ancora la comunità, non pensiamo di poterci amare cristianamente. Ma non illudiamoci: non è tutto rose e fiori! Ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti, i suoi torti e i suoi doni. E qui torna in gioco la fede, perché la fede aiuta a mettere quel di più nelle nostre azioni di comunità che ci rende pienamente comunità, ci rende davvero Chiesa.
Di qui la necessità di guardare negli occhi le persone, capirne i bisogni, non passare oltre: se oltrepassi il povero per te non troverai niente, se oltrepassi il povero non troverai Dio. Perché? Perché il primo povero che incontri è quello che ti porti dentro.
Il buon Samaritano si fermò perché non viveva di apparenze: lui il povero lo ha visto ed è stato capace di perdere tempo e denaro per lui. Cerchiamo di non evitare il povero che è dentro di noi e avremo tempo anche per i poveri che incontriamo lungo la nostra via!”.