La Terza Domenica d’Avvento è la domenica della gioia: il Natale è ormai vicino e così le vesti liturgiche si fanno rosa. Il Vangelo presenta la figura di San Giovanni Battista e proprio sul rapporto tra il Battista e la gioia si è concentrato padre Placido nella sua omelia. Ecco le sue parole:
“È all’insegna della figura di Giovanni il Battista che la Chiesa ci aiuta oggi a gioire. Un uomo che sta nel deserto e vive una vita al limite della miseria, un uomo che era una forza nella sua parola e nella sua fede e che adesso è rinchiuso in carcere per i capricci di un despota. Non dubitiamo mai, neppure in quei giorni in cui la nostra vita sembra rinchiusa in un carcere, neppure quando l’orizzonte sembra farsi oscuro. Oggi la Chiesa ci dice che proprio in quei giorni scopri le sorgenti della tua gioia.
Legare la domenica della gioia alla figura del Battista significa dirci che noi siamo responsabili della nostra gioia. Normalmente riteniamo che la gioia sia quasi un sentimento un po’ vago, superficiale: se c’è bene e sennò fa lo stesso. Ma non è così. La Chiesa ti dice: domandati dove raggiungi la gioia, qual è il motivo della tua gioia. E attenzione: la gioia è imprescindibile dalla verità; il piacere può sussistere anche se viviamo nella menzogna, ma vivere nella menzogna e avere gioia non è compatibile. La gioia è legata alla coscienza di essere nella luce.
Allora anche in un carcere puoi sperimentare questa gioia. Al Battista ritornano dicendo che il Cristo ha chiesto di riferire che sta guarendo tutti, che le persone gli vanno dietro; e io immagino Giovanni, lui che aveva accettato di essere parente del Signore, lui che lo aveva battezzato e additato al mondo come l’Agnello di Dio; Giovanni vive ciò che aveva detto del Cristo: lui deve crescere e io diminuire.
La gioia non è perduta quando agli occhi del mondo veniamo sminuiti, solo il mondo pensa che siamo grandi perché tanti dicono che siamo grandi. In realtà la vera grandezza sta, come per il Battista, nell’essere in un carcere e al tempo stesso riconoscere l’Agnello di Dio, vedere che il regno di Dio viene.
Allora come è importante questa domenica, perché è anche nostra la domanda: ma è il Cristo che dobbiamo attendere o stiamo aspettando qualcun altro? Per capire di che qualità è fatto il nostro cuore basta domandarsi che desideri abbiamo, chi stiamo aspettando veramente, teniamo vivo e limpido il desiderio del Cristo? Egli è la risposta, egli è il nostro Salvatore, egli la nostra gioia.
Allora questa domenica diventa il momento in cui dire: togliamo tutto ciò che non è necessario e teniamo viva questa luce che ci indirizza al Santo Natale. La Chiesa lo riassume in questo colore, il rosa, che nella mistica è il passaggio dalla coscienza umana alla coscienza divina: si passa dal rosso del sangue umano al bianco della luce di Dio, si passa dalla coscienza di essere semplicemente umano alla consapevolezza di essere divino. Non dimentichiamo mai questa nostra origine divina, ma onoriamola, perché a questo siamo stati destinati. Di qui parole di Isaia, grandissimo profeta e poeta, che gioisce e canta per questo popolo che ritorna dall’esilio: ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa, si rallegrino il deserto e la terra arida, perché torneranno i riscattati del Signore, verranno in Sion con giubilo, gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto!
Questa è la via santa, il nostro Avvento, e per questa via il nostro Redentore ci viene incontro. Anche noi stiamo tornando in Sion, anche noi stiamo facendo ritorno a casa: questo deve essere motivo di gioia perenne. E allora ripetiamo con l’apostolo Giacomo: Signore, liberaci dalle nostre miserie e lamentele, non lamentiamoci degli altri per non essere giudicati, arriva il Signore!
Sia segno del nostro Natale questa capacità di andare oltre le immancabili difficoltà; guardiamo Giovanni nel carcere: abbiamo sofferto così tanto noi per il Cristo? Eppure limpido è il suo orientamento al Cristo! Lasciamo andare ciò che appartiene semplicemente alla nostra povera natura umana e accogliamo la bellezza della natura divina! Questo è il Santo Natale: Dio che si fa uomo in noi! In un attimo di silenzio contempliamo questo mistero e alla sua luce gioiamo!”.