Con la festa del Battesimo di Gesù si chiude il Tempo di Natale e si dà il via alla prima parte del Tempo Ordinario. E proprio questo doppio volto della festa è stato al centro dell’omelia di padre Placido, che ha fatto riflettere sul fatto che nel Battesimo il Natale si compie e tale compimento proietta la sua potenza sulle settimane che verranno. Ecco le parole del parroco:
“È la festa del Battesimo di Gesù: questo bambino, che abbiamo visto in fasce, ora, già adulto, inizia il suo cammino. Un cammino che certo è già iniziato con l’Incarnazione, ma che adesso assume una forma visibile: il Cristo annuncia con la sua Parola profetica il Regno e arriverà a dare tutte se stesso nella Pasqua.
Allora la festa di oggi è un punto di inizio, ma anche la conferma del Natale, cioè della profonda adesione da parte di Dio alla nostra povera umanità. Ancora oggi si ricorda il luogo dove Gesù venne battezzato e i geologi dicono che probabilmente è il punto più basso della crosta terrestre: lì si è a più di 400 metri sotto il livello del mare; Gesù insomma si reca nel punto più basso della terra e ancora non si ferma: il Cristo si immerge ulteriormente nell’acqua, come a dire che egli si è messo sotto a tutto e a tutti e dal punto più basso il Cristo risolleva tutta l’umanità, anzi tutto l’universo.
Allora la festa del Battesimo viene a dirci la forza e lo spessore della celebrazione del Natale, in modo che non resti un vago sentimento dolciastro, bello per le luci e i regali, come spesso ci accusano di aver ridotto il Natale. Non è così. Per noi, che vogliamo seguire il Cristo, il Natale è qualcosa di davvero profondo, che oggi riceve una prospettiva grande, immensa. Dice infatti l’evangelista Matteo: ‘Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui’. I cieli si aprono, questo bambino, diventato uomo, si immerge nella nostra realtà di povertà e di miseria. Ecco l’immersione nell’acqua e poi il suo riemergere. E riemergendo il Cristo apre la via del Cielo.
Questa è la prospettiva del Natale: senza questa prospettiva del Natale resta poco. Invece se noi sentiamo in questa festa del Battesimo di Gesù che siamo impegnati a seguire questa via che il Cristo ha aperto, se siamo desiderosi di seguire i suoi passi prendendolo come Maestro per tutto l’anno liturgico, allora la luce del Natale si estende a tutta la nostra vita a tutto questo anno. Preghiamo di saperlo vivere proprio così questo anno, seguendo quel che Gesù dice al Battista. Il Battista sa chi è il Cristo, tanto che, vedendolo arrivare, subito gli dice: ‘Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?’. Queste parole parlano a noi: tutte le volte che diciamo ‘Signore, fai qualcosa! Devi fare qualcosa per me!’, il Signore ci dice: ‘Ma io ho già fatto qualcosa: ho fatto te’. Nelle esatte parole pronunciate da Gesù al Battista: ‘Conviene che adempiamo ogni giustizia’.
Cosa significa? Tutto risponde all’amore del Padre, per cui va bene che il Figlio di Dio si abbassi alla nostra miseria ed elevi la nostra natura, si immerga nella materialità di quest’acqua e indichi la via del Cielo, ci ricordi che tutti noi siamo quel figlio di cui la voce dal cielo dice: ‘Tu sei mio figlio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento’. Queste parole dobbiamo sentirle rivolte a noi: dalla grazia del nostro Battesimo ci viene l’impegno di una vita nuova, fraterna, solidale, giusta, come il Cristo ci ha insegnato.
Allora ringraziamo il Signore per questa festa del Battesimo e ritroviamo la gioia del nostro Battesimo, che è immersione con Cristo e riemersione con lui! E camminiamo fiduciosi in questo anno di grazia che è l’anno liturgico, felici di meditare tutti i passaggi della vita del Cristo, che sono in realtà passaggi della nostra stessa vita”.