Nel Vangelo della Sesta Domenica del Tempo Ordinario Gesù dice :«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento» e a partire da qui rivela il vero significato dei famosi comandamenti della Legge; su questo si è concentrato padre Placido nel suo commento alle letture, riportandole anche all’impegno degli Alpini, il cui gruppo di Revò era presente alla Messa della domenica mattina per celebrare il proprio anniversario di fondazione. Ecco l’omelia del parroco:
“Com’è bella la Parola di Dio, che sempre ci guida e ci dice le cose necessarie per la nostra vita: non rinunciamo a questa sorgente che continuamente mormora dentro di noi e alimenta la nostra fede; se siamo attenti la Parola di Dio è un insegnamento continuo, giorno e notte i santi ricevono insegnamenti dalla Parola. E oggi questa Parola ci dice anzitutto che se cercherai di osservare la Legge di Dio, i suoi comandamenti, proprio questi stessi comandamenti ti custodiranno: come è bello! Non dobbiamo avere un rapporto con ciò che il Signore ci chiede come se fosse sempre lì a guardare dove abbiamo sbagliato; al contrario la Parola del Signore è come un abbraccio che ci avvolge. Quando stai con il Signore e cerchi di vivere la sua volontà, ti senti protetto, benedetto, aiutato, tu e i tuoi siete custoditi. I nostri fratelli ebrei chiamano i comandamenti ‘le dieci parole’, perché non ci sono verbi all’imperativo, bensì al futuro, quel futuro che il Cristo ha riassunto facendo la sintesi di tutti i comandamenti nelle parole: ‘Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze e amerai il prossimo tuo come te stesso’. Questi non sono ordini spietati, queste sono promesse che nascono dal cuore di Dio. E infatti alla fine viene detto che ce la farai, ce la farai a voler bene, a non fare il male, a non uccidere, a non dire falsità, a non adulterare.
Il libro del Siracide dice che a nessuno Dio ha comandato di essere empio, a nessuno ha dato il permesso di fare il male; allora quando le religioni si nascondono dietro la Parola di Dio per fare il male stanno mentendo e sono traditrici di ciò che Dio gli ha affidato! Quante volte abbiamo assistito a questo tragico spettacolo: benedizione di violenze, benedizione di interessi privati, benedizione delle armi, benedizione del più forte; non smetteremo mai di batterci il petto per tutto il male che abbiamo fatto in nome di Dio! ‘È stato detto, ma io vi dico’: capite quanto conta questo ‘ma’ detto dal Cristo? È una diga insormontabile, è il braccio forte che ti ferma se vuoi buttarti nell’abisso, e poco importa se gli dici che è violento e non ti lascia fare quello che vuoi: chi ci conosce meglio di Dio? Ogni volta che questa povera umanità cerca di darsi nuove leggi diventa più pazza!
Non basta non uccidere, non devi più odiare nel tuo cuore! Il Cristo ci guida alla pienezza della Legge; che cos’è questa pienezza? ‘Non adultererai’, non commetterai l’adulterio della verità, l’adulterio dell’aria che respiriamo, l’adulterio contro il creato di cui siamo responsabili! Non devi adulterare, rispetta le cose che ti sono state affidate nella loro bellezza e nella loro santità: c’è un tempio che è più grande di questa chiesa e allora quando sei fuori, anche lì sei tempio di Dio, abbi rispetto. Sono parole che vanno controcorrente; ma proprio oggi non siamo forse qui proprio a ringraziare dei testimoni che vanno controcorrente? Gli alpini sono forse persone che fanno il proprio interesse, che si fanno i fatti propri? A cosa servirebbero alpini così? A niente, perché già il mondo fa così! Ma dove c’è solidarietà, dove c’è capacità di pagare un prezzo di persona per aiutare qualcuno, lì dove si richiamano valori che non sono sulla carta, ma scritti nella carne di chi ci ha preceduti, lì c’è vera testimonianza di ciò che ci è stato consegnato, le tradizioni vere che vengono da Dio, le uniche destinate a restare per sempre, la difesa della vita e la solidarietà.
Non siamo fatti per questo mondo, ce ne accorgiamo: viene un terremoto che porta morte; ma in tutto questo buio c’è una luce, la luce di chi dà una mano, si interessa, cerca di alleviare la sofferenza. Noi non possiamo capire appieno perché accadono certe cose, ma possiamo decidere come vogliamo essere in quelle cose che accadono. Allora se c’è una disgrazia c’è subito chi è pronto ad approfittarsene, certo, ma anche chi si chiede come può dare una mano. E questi valori si conserveranno fino alla fine del mondo. In questo mondo, che conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di niente, in questo mondo in cui tutto si compra, anche i sentimenti e gli affetti, quanta forza ci vuole per costruire qualcosa di forte, un legame, un vincolo di amore che è segno di Dio! Ecco cosa celebriamo oggi e meno male che ogni tanto ci fermiamo e ringraziamo il Signore davvero; l’obbligo della Messa fa ridere, invece bisogna sentirlo col cuore di ringraziare e ascoltare una parola diversa rispetto alla falsità della narrazione del mondo!
Il Cristo dice sì e no e noi ascoltiamo, perché in queste parole c’è la custodia della nostra vita. Il Signore ci aiuti e ci sostenga e incoraggi quanti fanno il bene nel suo nome e doni a questo povero mondo un tempo di pace, di giustizia e di verità”.