Nella XXI Domenica del Tempo Ordinario il Vangelo prosegue il racconto delle scorse domeniche e, dopo le parole di Gesù, alcuni suoi seguaci lo abbandonano. Un episodio che interroga anche noi e proprio su questo si è concentrato padre Placido nell’omelia; ecco le sue parole:
“Quanta abbondanza di insegnamenti anche nella Parola di oggi! Ci limitiamo a prendere qualcosa dal Vangelo, che ci collega alle due domeniche passate. Siamo ancora nella sinagoga di Cafarnao, i cui resti archeologici sono ancora visibili: ha le pareti di basalto nero, è un ambiente molto aspro e duro e Gesù pronuncia parole molto aspre e dure: se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue non avrete la vita.
Alcuni dicono proprio questo: questa parola è dura! E, dice il Vangelo, ‘da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui’. Anche questa è una parola dura, che deve farci riflettere: ma davvero vogliamo andare dietro a Gesù? Il rischio è che addomestichiamo a tal punto il Vangelo che non ci rendiamo più conto di quanto sia esigente. Non è facile credere, non è facile vivere la Parola di Gesù, mentre con tanta faciloneria ci proclamiamo cristiani… davvero dovremmo domandarci: io credo al Vangelo?
Di fronte a coloro che se ne vanno Gesù – si noti – non si arrabbia, non fa ricatti di nessun tipo; bisogna smetterla di fare ricatti, bisogna lasciare le persone libere. Notiamo la libertà del Cristo: guarda i Dodici e chiede: volete andare via anche voi? Non è retorica, è una domanda vera, è una domanda che oggi deve colpirci il cuore, perché nel cammino di fede prima o poi te lo devi chiedere: voglio restare o me ne voglio andare? O magari voglio fare finta di restare andando via o magari essendo già andato via da anni? Li vedi alla processione del santo e poi non li vedi più per tutto l’anno: sono quelli che se ne sono andati facendo finta di restare. Ma la Parola del Cristo ti deve colpire: te ne vuoi andare? Allora vai; cos’è questa pantomima, cosa sono queste recite, che paura hai? C’è il rischio che io resti non per motivi autentici, ma perché ormai ho il mio posto, la mia posizione e perché tutto sommato questa Chiesa qualcosa di buono lo fa, tutto sommato è meglio fare il Battesimo piuttosto che non farlo… ma dobbiamo sentire il Maestro esigente e chiederci davvero: perché resto?
Quale sia il motivo vero e autentico ce lo dice Simon Pietro: ‘Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che sei il Santo di Dio’. Ecco perché restare: perché qui troviamo vita! Ma se è così allora si viene qui come si va a una sorgente dove sai che ricevi vita, allora cade il vuoto discorso per cui bisogna andare a Messa la domenica, perché non è che bisogna andarci, è che io ho bisogno di vivere e qui c’è il pane di vita, qui c’è la parola di vita, davvero è una questione di vita o di morte, perché alla fine sei morto e ti credevi vivo quando ti si spegne nel cuore la fede, quando non hai più l’amore e si comincia a odiare e a pensare solo al proprio interesse.
‘Noi abbiamo creduto e conosciuto’: è una parola bellissima, sentiamola in noi, perché è il Cristo che oggi, guardandoci negli occhi, ci dice: ma tu vuoi andare via? E poi dice: se resti resta per i motivi veri, per il mio amore, per la mia presenza, perché il resto sono sciocchezze, il resto è l’ego che cerca di brillare anche nella religione. Ma questo non serve, devi andare dietro al Maestro. Chiediamo al Signore che ci metta nel cuore di diventare persone libere e autentiche, senza giudicare chi se ne vuole andare”.