“Come è bella questa Messa, che ci permette di rinnovare la gioia della Prima Comunione“: così ha esordito padre Placido nella Messa di sabato 3 luglio, prefestiva della XIV Domenica del Tempo Ordinario. In quella Messa infatti una bambina, che non aveva potuto celebrare la Prima Comunione a maggio con i suoi coetanei perché in quarantena a causa del Covid, ha incontrato per la prima volta Gesù nell’Eucaristia.
“Di Prime Comunioni ne abbiamo celebrate tre tra maggio e giugno, ma questa sera tutto si fa più particolare, perché ci chiarisce che sempre, anche quando siamo in tanti, in realtà la Comunione è sempre un andare personalmente, da soli, a incontrare cuore a cuore il Signore. Chi ha qualche anno in più può provare a ricordare la propria Prima Comunione; io ad esempio ricordo che stavo tra mamma e papà, con noi il mio fratellino, ci si teneva per mano, e andavamo insieme verso la chiesa, e mi sembrava di essere invincibile: come ci si sente sicuri e pieni di fiducia a quell’età e tanto più sapendo dell’appuntamento con questo personaggio misterioso, con l’ansia e la preoccupazione di fare tutto bene. E poi la gioia di quel momento, quando sembra che non ci sia più nessuno se non tu con questo amico, che entra con molta delicatezza, con molta attenzione”.
Tutto questo dovremo proporci di rivivere ogni volta che ci nutriamo del Corpo di Cristo: “Il Maestro bussa sempre prima di entrare: Dio ci visita quando noi apriamo la porta, perché è rispettoso dei nostri tempi, conosce le nostre difficoltà e contrarietà, che purtroppo spesso crescono con l’età. Questo magari ci fa pensare che quel bambino o quella bambina della Prima Comunione siano andati perduti con la loro semplicità e la loro freschezza e la loro gioia; ma in realtà non sono andati perduti: per un padre e per una madre si resta sempre un po’ piccoli, perché il papà e la mamma sanno che il figlio o la figlia, anche quando sono ormai adulti, quel bambino o quella bambina ce l’hanno dentro”.
Quello dei genitori, in fondo, è lo sguardo che dovremmo riuscire a porre anche su noi stessi: “Dovremmo avere sempre la capacità di saperci guardare come si guarda un bimbo, che forse pensa di essere cresciuto ma sa che ha ancora tanto bisogno di aiuto. E Dio sa contattare quel bambino e permette anche a noi di contattarlo, quando ci fermiamo un attimo e smettiamo di voler dominare il mondo: nel silenzio, scendi nella stanza interiore dove c’è il tuo vero Sé, dove c’è la verità della tua vita, e lì ancora potrai incontrare il bimbo o la bimba che si fida di Dio e che fa comunione“.
Se faremo questo, sapremo che dentro siamo ancora bambini: “Tutto questo non ci è precluso: si può fare a ogni Comunione, ogni volta che ci accostiamo a Gesù può essere una prima volta se abbiamo fiducia e la capacità di non giudicare, di non darci addosso; in poche parole se riusciamo a guardarci con gli occhi di Dio. E questi occhi ci permettono di leggere più serenamente anche ogni ostacolo: a maggio eravamo tristi di dover celebrare la Prima Comunione senza una bambina, e ora vediamo invece quanta gioia c’è in questa festa: Gesù sa fare cose incredibili!”.
L’impegno per ciascuno è dunque quello di vivere ogni Comunione come la Prima Comunione: “Fermiamoci un momento in silenzio, ricordiamoci dei nostri piccoli: se non avessimo fatto altro nella vita che rispettare e aiutare la crescita dei bambini avremmo fatto tutto quello che serve per andare in Paradiso. Ricordiamoci dunque di loro e ogni volta che facciamo scelte nella vita chiediamoci se è una scelta secondo il bene dei bambini e se non va bene scegliamo diversamente! Chiediamo al Signore di non perdere mai questa fiducia e semplicità e lui ci benedirà con la sua presenza!”.