
La Domenica dopo Natale si celebra la festa della Sacra Famiglia: qual è il senso di questa festa? E cosa significa famiglia? A queste domande, alla luce della Scrittura, ha risposto padre Placido; ecco le sue parole:
“Non si può esaurire il mistero del Natale senza farci interpellare sulla nostra nascita, sulla nostra appartenenza: a quale famiglia apparteniamo? dove sono le nostre radici?
Il senso di appartenenza alla vita è sapere che la nostra storia ha un’origine, ha uno svolgimento e ha un approdo. Questo permette di gustare la sapienza antica dalla quale veniamo: in definitiva cosa sappiamo di noi? Che siamo nati in una famiglia, da un padre e una madre. Questo è importante e il libro del Siracide dice: ‘Onora le tue radici’, che vuol dire riconoscerne l’importanza, non sentirsi un assoluto, come se fossimo spuntati dal nulla. Vanno onorate le radici, anche se erano radici alle volte fragili, con delle mancanze, con dei limiti. Onora il limite da cui vieni, onoralo, perché solo onorandolo potrai superarlo e chi ignora i limiti da cui proviene, chi non ha fatto i conti con le mancanze che sono alla base della propria nascita, dopo combatte contro i mulini a vento per tutta la vita e non ha capito qual è il problema; invece, quando hai accettato serenamente anche la fragilità umana dei tuoi genitori, i loro limiti, i loro errori, allora puoi cominciare a camminare, perché nell’onorare il limite delle tue origini ti si apre un cammino, mentre se fai finta di non vederli o se li rimuovi vagherai sempre con tanta fatica senza arrivare da nessuna parte.
Qui c’è qualcosa di saggio e sapiente e un grande insegnamento: nessuno è origine di se stesso. Il mito del self-made man è una grande sciocchezza, questi uomini che si vantano di poter sprecare perché tanto ne hanno a non finire, che strabiliano tutti per la quantità di denaro che accumulano, questi uomini sono degli immorali. Nessuno ha il diritto di accumulare così tanta ricchezza, perché non è tua e non può essere tua: hai pagato forse la luce del sole o l’aria che respiri o tutte le persone che ti hanno aiutato per venire al mondo e tutto quello che Dio ti ha dato? Ti comporti come se tutto fosse tuo, come se ti fossi generato da solo… ma lo sentite che la terra soffre per questi ego sguinzagliati che non hanno mai un limite, che non sono capaci di porsi un limite? E questo è il loro limite più grande.
Ecco la festa della Sacra Famiglia, della sacralità delle tue buone dipendenze: nessuno è indipendente del tutto, dipendi e sei dipeso da altri. Sii grato di questo: è stata come la tua base di partenza e poi ciò che fai della tua vita è il modo in cui onori le tue radici, soprattutto quando dai frutti che le tue radici non si sarebbero aspettate, perché allora hai fatto veramente tesoro dei loro insegnamenti. Qui ogni domenica noi onoriamo radici che tanti stanno dimenticando: veniamo da una storia di fede, pur con tutti i suoi limiti. Dio non ha problemi con i nostri limiti, ha solo problemi con i limiti che noi non riconosciamo di avere, come un bambino che non accettasse di farsi aiutare per imparare a camminare, quando invece per un genitore è normale rialzarlo anche cento volte, non è un problema, ma se lui si ostinasse a dire di non aver bisogno di nessuno sarebbe sempre per terra.
Vedete com’è importante allora oggi la sacralità della famiglia e come ci viene posta in questa festa in una pagina del Vangelo bellissima che dovremmo avere sempre davanti agli occhi, magari la sera, quando vediamo questa povera gente che scappa, che viene maltrattata? In questo momento ci sono sessanta grandi guerre nel mondo, che stanno producendo 150 milioni di profughi, quasi tre Italie che stanno vagando per il pianeta in cerca di un posto per fermarsi e il mondo non sembra abbastanza grande per questa povera gente. Giuseppe, alzati e prendi con te il bambino e fuggi, perché Erode ti vuole ammazzare… la madre di Erode è sempre incinta, c’è sempre qualche Erode che vuole ammazzare qualcuno e bisogna pregare che ci sia un angelo che avvisi la povera gente e dica di andare via… e magari noi li colpevolizziamo questi poveracci: cosa vengono qui a fare? Certo che se li mettiamo ai bordi delle nostre città e senza aiuti, certo che se poi le nostre civiltà sono la causa dei motivi per cui loro scappano, perché andiamo a fare guai a destra e a sinistra…
Dobbiamo proprio ritrovare il senso della famiglia, riconoscere il nostro limite e ritrovare un’armonia diversa. ‘Famiglia’ viene da ‘famulus’, che è il servo, quello che serve; e quando Paolo dice alle mogli di stare sottomesse ai mariti bisogna sicuramente fare la tara di queste parole, ma nell’amore si è sottomessi, si cerca di mettersi sotto e di aiutare l’altro e vale per la moglie e per il marito e per i figli. Nascere vuol dire essere in relazione e buone relazioni ci aiutano, mentre cattive dipendenze o chiusure egoistiche ci distruggono. In questo momento si dice che il mondo sia in mano a sette grandi famiglie e conta solo la propria famigliola, in un egoismo che non è famiglia.













